Sicurezza cibernetica, l’Agenzia prende forma. Inizia il trasferimento di risorse e funzioni dal Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) alla nuova Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Il decreto che prevede il passaggio fino a 24 mesi della sede, beni strumentali e documentazione al nuovo organismo diretto da Roberto Baldoni è stata pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Osservatorio Cyber, anche le carte di credito sul dark web. Le attività degli hacker non si sono fermate e nel 2021 hanno subito un’ulteriore accelerazione. I dati dell’Osservatorio Cyber, rilasciato da CRIF, confermano infatti che nella prima metà dell’anno in corso sono stati oltre un milione gli alert ricevuti da utenti italiani e relativi ad un attacco informatico ai danni dei propri dati personali, in crescita del +56,3% rispetto alla precedente rilevazione. Nel 94,5% dei casi, nel dark web si trovano i codici cvv e la data di scadenza delle carte, sempre più spesso abbinati correttamente a nome e cognome del titolare: succede nel 56,4% dei casi ed espone ad un elevato rischio di subire frode o transazioni non autorizzate.
ll social network per cattolici manda in rosso Zaleski. Il social network per i cattolici manda in rosso la cassaforte italiana di Romain Zaleski. Il finanziere francopolacco, infatti, è stato il fondatore in Francia nel 2012 con altri di Aleteia, social network che si rivolge ai fedeli cattolici. La principale partecipazione del 2% nella editrice transalpina Aleteia Sas è detenuta dalla lussemburghese Astelia di Zaleski, che però poche settimane fa è stata messa in liquidazione dopo aver accumulato perdite per oltre 13 milioni di euro (di cui 10,6 milioni nel bilancio chiuso a settembre 2020) su un totale di attivo di 10,6 milioni, tra i quali figura anche il 25% della Società Camuna di Partecipazioni (quota oggetto di una svalutazione di 9,3 milioni), sempre di Zaleski, che detiene un altro 1,8% della stessa Aleteia Sas.
Anche Yahoo se ne va dalla Cina. Yahoo ha annunciato ieri di avere deciso di lasciare la Cina, motivando la scelta come un riflesso di un “sempre più difficile ambiente operativo e legale”. Lo ha comunicato in una nota la compagnia stessa, precisando che i servizi del gruppo non sono più accessibili in Cina già a partire dal primo novembre. Yahoo è il secondo gruppo statunitense di internet che nelle ultime settimane ha deciso di azzerare o ridurre la propria presenza sul mercato cinese. Sempre ieri anche Fortnite ha deciso che il prossimo 15 novembre abbandonerà il Paese della Grande Muraglia. Il videogioco, oggi uno dei più popolari del pianeta che riunisce milioni di follower, lascia sempre per via della stretta digitale imposta governativa.
Facebook fa marcia indietro sul riconoscimento facciale. I dati biometrici del volto di oltre un miliardo di utenti accumulati da Facebook nel corso degli ultimi dieci anni verranno cancellati nelle prossime settimane dagli archivi di Facebook, ora ribattezzata Meta: la decisione del gruppo fondato e guidato da Mark Zuckerberg di rinunciare (per ora) all’uso delle tecnologie del riconoscimento facciale ha varie motivazioni, come la possibilità di togliersi dal mirino delle authority federali e dei singoli Stati dell’Unione che l’accusano di violare la privacy.
Apple fa perdere ai social 9,8 miliardi di dollari. Apple dallo scorso aprile ha introdotto la app Tracking Transparency. Questa app richiede un consenso per tracciare le attività del possessore dell’iPhone, attività poi utilizzate dalle varie app di terze parti, e in particolare dai social, per inviare pubblicità targetizzata. Ebbene, da aprile a oggi solo il 4% dei proprietari di iPhone ha dato il proprio consenso. E questo ha causato un danno enorme a Facebook (dovremmo chiamarlo Meta, ma è ancora presto), colpendo poi pure Snapchat, e in parte minore Twitter e YouTube. L’impatto negativo totale sui conti di questi quattro giganti, secondo il Financial Times, sarebbe di 9,85 miliardi di dollari nella seconda metà del 2021, erodendo, in media, circa il 12% dei ricavi tra luglio e dicembre. I due gruppi più danneggiati sarebbero Facebook (8,3 miliardi), i cui ricavi al 98% derivano proprio da advertising targetizzato, e Snapchat, che ha un modello di business basato esclusivamente sugli smartphone.