L’agenzia per la cybersicurezza nazionale trova l’assetto. Sarà autonoma a 360 gradi. Un direttore generale, un vice direttore generale, sette servizi generali, il collegio dei revisori dei conti, l’organismo indipendente di valutazione, un comitato di vertice, il comitato di coordinamento e programmazione e, infine, il comitato tecnico scientifico. Sarà questa la struttura organizzativa della futura Agenzia per la cybersicurezza nazionale prevista dallo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di organizzazione e funzionamento dell’ente.
Alibaba paga il conto della stretta di Pechino: crolla l’utile, previsioni riviste al ribasso. Il giro di vite del Governo cinese sulle aziende digitali penalizza la trimestrale di Alibaba, che chiude con un calo dell’81% dell’utile ed è costretto a rivedere le stime di crescita sui ricavi. Brusca la frenata del titolo a Wall Street dove il titolo ieri è arrivato a cedere oltre il 10%. Nel secondo trimestre dell’anno fiscale il gigante cinese dell’eCommerce ha registrato un utile di 5,37 miliardi di yuan (741,3 milioni di euro), contro i 28,7 miliardi di yuan nello stesso periodo del 2020. Il fatturato è invece salito del 29% in un anno, a 155 miliardi di yuan (21,4 miliardi di euro). A peggiorare ulteriormente il quadro l’annuncio che per l’anno fiscale 2022, il gruppo si aspetta una crescita delle vendite tra il 20% e il 23%; un range inferiore alle stime del consensus di mercato, che indicavano circa il 28% di crescita. Alibaba è stata la prima società a subire la scure delle autorità, quando Pechino ha inasprito la normativa sul digitale. In primavera il gruppo fondato dal miliardario Jack Ma è stato multato per l’equivalente di 2,3 miliardi di euro per intralcio alla concorrenza.
Big tech, più vicina la stretta Ue. L’entrata in vigore della nuova disciplina antitrust dei mercati digitali è ora più vicina. I vari gruppi del parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sul Digital Market Act, la prima delle due proposte avanzate dalla Commissione Ue per arginare lo strapotere delle big tech. L’intesa apporta modifiche significative al disegno di Bruxelles e dovrà ottenere il via libera anche dei governi degli Stati membri prima di entrare in vigore. In particolare, la bozza prevede che le nuove norme si applichino a tutte le piattaforme con una capitalizzazione superiore a 80 miliardi di euro e che offrono almeno un servizio online (ricerca, social network, cloud e via dicendo). Le regole avranno, quindi, un ambito di applicazione più ampio del previsto, includendo non solo i colossi americani (Facebook, Google, Amazon, Microsoft e Apple), ma anche società europee (Booking e Sap per esempio) e cinesi (Alibaba, Tencent).
Le Procure Usa indagano sui danni provocati da Instagram ai giovanissimi. Una coalizione bipartisan di procuratori generali dello Stato ha annunciato ieri di stare indagando su come Instagram influenza i giovani, aumentando così le pressioni sulla società madre Meta Platforms (l’ex Facebook) sui potenziali danni ai suoi utenti. Il gruppo è guidato dai procuratori del Massachusetts e del Nebraska, coinvolge almeno otto stati e la sua indagine è focalizzata sulle “tecniche utilizzate da Meta per aumentare la frequenza e la durata del coinvolgimento dei giovani utenti e sui danni causati da un impegno così esteso”. I procuratori stanno indagando se la società di Mark Zuckerberg abbia violato le leggi sulla protezione dei consumatori e se abbia messo a rischio i suoi utenti. Per il procuratore generale del Nebraska, Doug Peterson, “le piattaforme di social media trattano i nostri figli come semplici prodotti da manipolare”.
La tennista sparita in Cina, Osaka e Djoko: “Diteci dov’è”. Dal 2 novembre, della campionessa cinese di tennis Peng Shuai resta solo lo screenshot di un post, inseguito e cancellato sul web dalla censura di Pechino: contiene la sua accusa di volenza sessuale al signor Zhang Gaoli, settantacinquenne ex vicepremier ed ex membro del Politburo del partito comunista. Di fronte alla preoccupazione, alle richieste di notizie e di un’indagine trasparente avanzate dalla Wta (Women’s Tennis Association) e da molti uomini e donne dello sport mondiale, il canale internazionale della tv cinese ha risposto con un altro screenshot. La copia di una email che Peng avrebbe mandato mercoledì al presidente della Wta per dire di stare bene, di non essere sottoposta a restrizioni, di avere bisogno di riposo eper smentirsi: non avrebbe subito aggressioni. Il messaggio chiede all’Associazione delle tenniste di smettere di occuparsi della vicenda e afferma che “le notizie pubblicate, compresa quella sulla violenza sessuale, non sono vere”. Su Twitter (censurato sul web cinese) è stato creato l’hashtag #WhereIsPengShuai. Alla campagna internazionale che chiede di sapere dove si trova Peng.
Social: arriva lo stop ai video che incitano alla violenza. Il decreto approvato dal Cdm del 4 novembre, già firmato dal Capo dello Stato e in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, assegna ad Agcom pieni poteri di vigilanza. «L’obiettivo è di creare e garantire il corretto funzionamento di un mercato unico europeo per i servizi di media audiovisivi, contribuendo allo stesso tempo alla promozione della diversità culturale e fornendo un livello adeguato di protezione dei consumatori e dei minori», si legge nella relazione tecnica. Tra le principali novità del decreto spiccano le disposizioni che estendono alcune regole di tutela già esistenti per i media tradizionali alle piattaforme di condivisione, al fine di adottare misure per salvaguardare i minori dai video e il pubblico da immagini che sono dirette a istigare alla violenza o all’odio. In altri termini la direttiva recepita rimette agli Stati membri il compito di adottare misure (quali ad esempio la scelta dell’ora di trasmissione, gli strumenti per la verifica dell’età o altre misure tecniche) volte a garantire che i minori, di regola, non vedano o ascoltino servizi di media audiovisivi, anche pubblicati da altri utenti come una storia su Instagram o appunto un video su TikTok, che siano potenzialmente lesivi per il loro sviluppo fisico, mentale o morale. Di tali misure, in Italia, si occuperà Agcom.
Google pagherà la France Presse. L’accordo fra Google e France Press è arrivato. Dopo un anno e mezzo di trattative, l’agenzia di stampa francese sarà pagata dal gigante americano per i suoi contenuti che utilizza nei propri servizi. Si tratta di un’intesa importante per due ragioni: è la prima fra Google e un’agenzia di stampa ma soprattutto riconosce pienamente all’Agence France Press (il corrispettivo transalpino dell’Ansa) il diritto connesso al diritto d’autore sui suoi lanci, introdotto dalla direttiva europea copyright del 2019 appena recepita in Italia. La somma che l’agenzia riceverà non è stata resa nota, ma deve trattarsi di un ammontare cospicuo, dal momento che comprenderà tutti i paesi europei, compresi quelli che non hanno ancora recepito la direttiva, e varrà per cinque anni in maniera retroattiva, dal momento dell’approvazione della norma.
Apple permetterà la riparazione fai da te. Pressata dalle associazioni dei consumatori e dagli azionisti attenti alla sostenibilità, Apple ha lanciato il programma Self Service Repair che, come precisato nella nota ufficiale, “consentirà ai clienti in grado di effettuare le riparazioni, di accedere a componenti e strumenti originali di Apple”. Si tratta di un cambio di rotta importante per un’azienda che solo negli ultimi anni ha aperto la sua politica di accesso, a terzi autorizzati, di pezzi di ricambio originali per i prodotti venduti. Tutti potranno dunque sostituire elementi usurati o rotti dei propri dispositivi senza doversi recare in un Apple Store oppure in uno dei migliaia di centri autorizzati presenti sul territorio. Si parte dagli Stati Uniti, a inizio 2022, con il supporto alle famiglie di iPhone 12 e iPhone 13, con l’estensione ad altri paesi, Italia inclusa, nel corso dell’anno. Dopo gli smartphone, sarà la volta dei Mac con processore casalingo chip M1.
