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Notizie in pillole sul digitale

Notizie in pillole sul digitale

Google, nuove funzioni a supporto del giornalismo locale

17 Novembre 2021

Flop bonus internet, usato il 53% dei fondi. La campagna di incentivi si è chiusa il 9 novembre, a un anno esatto dalla partenza. E il bilancio appare fallimentare se rapportato alle attese: sono stati impegnati 106,4 milioni, pari cioè solo al 53% dei fondi disponibili. Il voucher, di importo fino a 500 euro, era destinato alle famiglie con Isee inferiore a 20mila euro per connessione ad almeno 30 megabit al secondo. Ci si aspettava una corsa senza precedenti ai bonus, anche perché includevano anche un tablet o un pc. E invece, numeri alla mano, alla fine avanzano 93,6 milioni di euro. I 106,4 milioni impegnati sono la somma di circa 98,1 milioni già erogati e 8,3 milioni prenotati. Il bilancio è stato pubblicato da Infratel, la società in house del ministero dello Sviluppo economico che ha gestito l’intervento.

Digitale, la pubblicità cresce del 23%. Il Covid ha “curato” la pubblicità digitale: per la prima volta dal 2008, il tasso di crescita delle sponsorizzazioni online in Italia ha staccato nettamente il 10­14% degli ultimi 13 anni e si è attestato a quota +23%. Il balzo del 2021 ­contenuto nelle stime del Politecnico di Milano che verranno presentate oggi allo Iab Forum­ non è dovuto solo alla ripresa dal 2020, anno che ha subito l’impatto dell’inizio della pandemia con un eccezionale ­ in negativo ­ +4%, ma si conferma tale rispetto al 2019: +29%. Ed è riconducibile anche alla reazione delle piccole e medie imprese al lockdown. La pubblicità digitale ora vale 4,2 miliardi di euro e il 45% della raccolta totale. Per il secondo anno supera la quota della tv, pari al 41%. Confermato anche lo strapotere di colossi del web, che detengono il 79% della raccolta online.

La 97enne star di TikTok “Ragazzi, io vi spiego i lager voi non arrendetevi mai”. Una nonna di 97 anni, sopravvissuta ad Auschwitz, che con i suoi video e racconti sull’Olocausto ha raggiunto un clamoroso milione e mezzo di follower su TikTok, il social media dei giovanissimi. Lily Ebert, inglese di origine ungherese, ha superato ogni record, sfatato ogni mito. Sì, anche su TikTok si può parlare di Memoria e Shoah: «Bisogna sfruttare le opportunità che ti offre il mondo! TikTok per me è molto importante». Se la quasi centenaria Lily è diventata una star online, deve però dire grazie anche al pronipote Dov Forman, 17 anni di Londra, dove vive insieme alla bisnonna. «Senza il lockdown tutto questo non sarebbe mai accaduto. Savta (nonna in ebraico, ndr) non poteva più parlare con i bambini a scuola, come faceva sempre. Si è ammalata anche di Covid, ma per fortuna è guarita. Allora le ho chiesto: perché non proviamo su TikTok?». Così è nato il bestseller dei due, Lily ‘s Promise.  Sottotitolo: “Come sono sopravvissuta ad Auschwitz e ho trovato la forza di vivere”.

Il 68% dei giovani lascia troppi dati online: l’indagine del Telefono Azzurro. Il 68% dei ragazzi ha fornito nome e cognome sui social e, di questi, il 79% altri tipi di informazioni come età, indirizzo mail, scuola frequentata. A quasi metà di loro è capitato di essere preso in giro da qualcuno negli ultimi mesi. Sono alcuni dei dati che emergono da una ricerca di Telefono Azzurro, realizzata in collaborazione con DoxaKids, condotta lo scorso luglio su un campione di 800 giovani tra i 12 e i 18 anni, e presentata ieri a Roma al convegno “Cittadinanza Digitale: più consapevoli, più sicuri, più liberi”. Il 20% dei ragazzi guarda video online per informarsi e studiare e il 4% legge giornali online. La pandemia ha poi aumentato il tempo trascorso online e i pericoli.

Google, nuove funzioni a supporto del giornalismo locale. Google ha lanciato nuovi strumenti e funzionalità sia per i lettori che per i giornalisti, pensate per dare maggiore risalto alle notizie di giornali e siti locali, considerati autorevoli. Nel carosello di Google News, a seguito della ricerca di un termine o una frase (ad esempio “contagi Covid”), queste notizie compariranno a fianco delle fonti nazionali, acquisendo così una rilevanza maggiore. Il colosso americano ha lanciato la novità proprio per fornire informazioni verificate a tema pandemia, sia a riguardo dei contagi che dei vaccini, dalle percentuali alle indicazioni delle autorità sanitarie locali. “L’aggiornamento dell’algoritmo garantirà ai navigatori di poter accedere alle storie locali certificate, mentre cercano notizie di valenza più ampia. Questo aiuterà i siti locali e gli editori a raggiungere un pubblico più ampio” ha spiegato Google.

Social e adolescenti, TikTok contro le sfide estreme. TikTok ha voluto indagare il mondo delle sfide che nascono all’interno della sua piattaforma, spesso rese virali da milioni di iscritti e considerate pericolose. Secondo i risultati dell’agenzia indipendente Praesidio Safeguarding, lo 0,3% degli utenti intervistati, tra i 13 e i 19 anni, ha dichiarato di aver preso parte ad una sfida che considerava pericolosa. Per quasi la metà (48%), le sfide individuate sull’app sono state percepite come sicure e divertenti; al 32% è stato associato un certo rischio, ma ancora basso; il 14% è stato descritto come rischioso e pericoloso. Soltanto il 3% è stato definito molto pericoloso, con lo 0,3% che ha preso effettivamente parte alle prove, da postare in diretta. Dalla ricerca è inoltre emerso che, prima di parteciparvi, gli adolescenti utilizzano una serie di metodi per comprendere i rischi delle challenge online: guardare video di altri partecipanti, leggere i commenti e parlarne con gli amici. Circa la metà (46%) ha dichiarato di volere “maggiore disponibilità di informazioni valide sui rischi” e “sulle attività estreme”.

Instagram chiede ai sospetti bot di verificare se stessi con video selfie. Secondo gli screenshot pubblicati su Twitter dal consulente di social media Matt Navarra, Instagram chiederebbe ad alcuni utenti di fornire un video selfie con più angolazioni del proprio viso per verificare che siano reali e non bot. Il social network ha lottato a lungo contro gli account bot che possono lasciare messaggi di spam, molestare le persone o essere utilizzati per aumentare artificialmente il numero di like o follower. È arrivato anche un tweet di follow-up di Instagram in cui conferma la richiesta agli account sospetti di verificare che siano umani, non robot.