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Notizie in pillole sul digitale

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Instagram: “Prenditi una pausa”

17 Febbraio 2022

Cybercrime in aumento. Con l’aumento del cybercrime non stupiscesi siano moltiplicate le iniziative volte a sensibilizzare i cittadini verso un uso più sicuro della rete. Con un occhio di riguardo verso i giovanissimi, dato che il 32% delle violazioni coinvolge la fascia compresa tra i 16 e i 26 anni e il 71% dei ragazzi intervistati da Telefono Azzurro e Doxa dichiara di aver aumentato il tempo trascorso online negli ultimi due anni. Samsung annuncia così il prolungamento dell’iniziativa “Solve For Tomorrow”, pensata con l’obiettivo di offrire agli studenti le competenze necessarie per operare in sicurezza negli ambienti digitali. E mentre gli adulti si danno da fare per rendere internet più sicuro, i ragazzi certo non stanno a guardare. Sono 5.344 infatti gli studenti candidati per accedere al CyberChallenge.it, il programma di formazione sulla sicurezza informatica del Laboratorio nazionale di cybersecurity del Cini (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica). I giovani partecipanti verranno formati sui principi della cybersecurity, con particolare attenzione al tema dell’etica, e si metteranno alla prova sul campo con attività di attacco e difesa dei sistemi informatici.

Eu e Usa tra privacy e antitrust. Nei giorni scorsi anche il Garante privacy francese (Cnil), dopo quello austriaco, ha detto che Google Analytics viola le norme europee. Per lo stesso motivo, qualche giorno prima, un tribunale tedesco ha sanzionato un sito che usava Google Fonts. Il problema è che l’uso di questi servizi porta al trasferimento di dati europei verso gli Stati Uniti, il che non si può più fare serenamente dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea “Schrems II” del luglio 2020, secondo la quale gli Usa non offrono le stesse tutele dei diritti fondamentali, per quei dati, garantite in Europa. Stati Uniti ed Europa stanno ridiscutendo i termini su cui può avvenire questo passaggio di dati e, a quanto riferiscono fondi che nel Garante Privacy italiano che seguono il dibattito, i lavori sono ancora in alto mare. Ovvio che, nell’incertezza, le Big tech americane siano nervose. Così si spiega l’avviso di Meta, contenuto nel recente filing alla Sec, in cui ventila il rischio di essere costretta a chiudere Facebook e Instagram in Europa nel caso non si trovasse un accordo. Altri segnali di scontro, oltre alla privacy, vengono dall’antitrust: sta crescendo il pressing delle autorità americane nei confronti dell’Europa, in merito al pacchetto del Digital Markets Act (approvato provvisoriamente a dicembre dalla Ue). Il pacchetto pone molte regole in capo ai cosiddetti gatekeeper, tra cui figurano le grandi piattaforme digitali, per limitarne il potere, ad esempio verso le terze parti.

Google e Apple contro Meta. Dallo scorso maggio Apple ­ seguita anche da Google che proprio ieri ha annunciato restrizioni simili ­ chiede ai possessori di iPhone il consenso per permettere alle app di monitorarne i comportamenti e condividere queste informazioni con terze parti. Risultato: secondo vari rilevamenti, pochissimi danno il consenso e Meta ha meno possibilità di fare una pubblicità personalizzata efficace, basata su modelli probabilistici che hanno bisogno molti dati e diversificati per funzionare bene. Questa novità colpisce la pubblicità di Meta e non quelle di Google e Amazon, che funzionano in modo diverso, più “deterministico”. Non è un caso che i loro ricavi pubblicitari stiano crescendo. Google può infatti contare sulla pubblicità web (non impattata dalle regole Apple) e contestuale che appare sul motore di ricerca (dove le sponsorizzate si basano su quello che noi stessi digitiamo). Amazon sfrutta i dati forniti dai propri utenti e può contare su una piattaforma proprietaria dove avviene l’intero processo pubblicitario (raccolta dati, targeting, vendita annunci).

Nascono i “metamates”. D’ora in poi i dipendenti di Meta Platforms, la casa madre di Facebook, diventeranno fondatore di Facebook Mark Zuckerberg che, con una nota al personale condivisa online, ha presentato la sua visione della cultura aziendale di Meta Platforms ­un’azienda che “costruirà cose fantastiche”, “vivrà nel futuro” e sarà gestita da dipendenti chiamati metamates. “Meta, Metamates, Me significa essere buoni amministratori della nostra azienda e della nostra missione”, ha affermato Zuckerberg nella nota che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook. “Riguarda il senso di responsabilità che abbiamo per il nostro successo collettivo e l’uno per l’altro come compagni di squadra. Si tratta di prenderci cura della nostra azienda e degli altri”. Tra i cambiamenti annunciati da Facebook vi è anche quello relativo al feed di notizie che da adesso cambierà nome da News Feed a Feed.

Instagram: “Prenditi una pausa”. Partito ieri alle 18 il rollout in Italia della nuova funzione di Instagram “Prenditi una pausa”, che permette di decidere quanto tempo trascorrere sul social network e di avere maggiore controllo e consapevolezza nell’utilizzo dell’app. Per attivarla è sufficiente accedere a: “Impostazioni”, “Account”, “La tua attività”, selezionare “Imposta promemoria pause” e programmare un promemoria che ricorderà di fare una pausa da Instagram dopo un po’ di tempo che si naviga sulla piattaforma. Attivata anche una notifica che suggerisce di attivare il promemoria. Dai test effettuati finora nei Paesi in cui la funzionalità è già attiva, è emerso che, una volta impostato il promemoria, oltre il 90% degli adolescenti lo rispetta. Lo strumento si aggiunge a quelli che Instagram già offre per la gestione del tempo. Tra questi, il “Promemoria giornaliero”, che consente alle persone di impostare la quantità di tempo che vogliono trascorrere su Instagram durante la giornata e le avvisa quando hanno raggiunto il limite deciso, con anche la possibilità di disattivare le notifiche di Instagram per concentrarsi senza interruzioni su ciò che stanno facendo.