Google, scommessa da 1 miliardo nella società telefonica indiana Airtel. Google rilancia sul mercato indiano delle Tlc. Le indiscrezioni si rincorrevano già dall’estate. Ieri però c’è stata la finalizzazione del deal che ha portato il gigante di Mountain View a mettere sul piatto 1 miliardo di dollari per investire in Bharti Airtel, secondo operatore di Tlc in India, con i suoi 355 milioni di abbonati. Di questa cifra, 700 milioni varranno una partecipazione dell’1,28% in Bharti Airtel, con altri 300 milioni che serviranno per accordi commerciali pluriennali. Il tutto a evidenziare l’attenzione che i colossi del web – non solo Google – stanno riservando a un mercato indiano fatto da 1,4 miliardi di utenti e con grandi margini di crescita quanto ad adozione di smartphone e utilizzo del web.
Universal Music Group, via all’asse con Amazon e la piattaforma Twitch. Con il live avvolto da due anni nelle nebbie della pandemia, due cose sono diventate importanti per chi fa musica oggi: lo streaming e la diversificazione in marketing. Va in questa direzione l’accordo annunciato ieri tra Universal Music Group, prima major discografica, e Amazon, prima piattaforma over the top al mondo, che va ad ampliare il ventaglio di partnership già in corso offrendo nuove opportunità di business agli artisti del roster Umg. Gli utenti premium Amazon Music Unlimited avranno accesso a contenuti musicali in Hd, ultraHd e in audio spaziale del catalogo Umg. I fan avranno modo di scoprire e acquistare direttamente in app Amazon Music il merchandising dei loro artisti preferiti, compresi gli articoli prodotti da Bravado, controllata Umg specializzata nella produzione di gadget degli artisti. Poi ci sono le opportunità legate a Twitch, piattaforma di livestreaming di proprietà di Amazon. In virtù dell’accordo, Twitch offrirà ai suoi utenti contenuti esclusivi prodotti da artisti di Universal Music Group, mentre quest’ultima incoraggerà i nomi che figurano nel proprio roster ad aprire canali Twitch attraverso i quali “ingaggiare” i propri fan.
Le Grandi Dimissioni annunciate su TikTok. Buttare all’aria la carriera, annunciando le dimissioni dal proprio posto di lavoro con un video postato su TikTok. In America non è più solo una tendenza: ma una vera epidemia. Parte, certo, di quel fenomeno molto più ampio che i media già chiamano “Great Resignation” - “Grandi Dimissioni” - che da due anni a questa parte ha visto almeno 10 milioni di persone, circa l’8% della forza lavoro (numeri dell’Us Bureau of Labor Statistics risalenti a novembre) abbandonare l’impiego che avevano prima della pandemia, per i motivi più diversi: dalla paura dei contagi all’accontentarsi dei sussidi pubblici, fino al ripensamento della centralità del lavoro nella vita privata. Proprio quest’ultimo è il fattore che ha spinto decine di migliaia di persone (nessuno sa esattamente quante) a condividere le proprie dimissioni sui social. I video sono accompagnati da hashtag come #IQuitMyJob o #QuitTok e hanno invaso la piattaforma fino a raggiungere platee astronomiche: ottenendo almeno 6 miliardi di visualizzazioni, stando a dati recenti pubblicati sulla rivista finanziaria Fortune.
La Francia fa da apripista alle regole per le piattaforme. La Francia è il primo paese Ue ad applicare concretamente le nuove regole imposte dalla direttiva europea sui servizi media audiovisivi. Dopo lunghe trattative è stata firmata una intesa tra Netflix, Amazon Prime Video, Disney+ e il Csa (Consiglio superiore dell’audiovisivo). In base al nuovo accordo le piattaforme dovranno a investire il 20% del loro fatturato realizzato sul territorio francese. L’80% di questo 20% dovrà essere destinato a show, film, serie e documentari distribuiti in anteprima ed esclusiva sulla piattaforma di streaming. Il restante 20% di quel 20%, oppure il 4% del fatturato totale della piattaforma in Francia, sarà invece investito in film francesi da distribuire prima in sala e che, per la successiva distribuzione altrove, dovranno rispettare il regime nazionale delle finestre temporali, quella che viene chiamata “chronologie des médias”. Finora solo i player locali avevano obblighi di legge per finanziare i contenuti locali, a cominciare da Canal Plus che ha siglato analoga intesa impegnandosi a investire 600 milioni di euro in film francesi ed europei nel triennio 2022-2024.
Metaverso smuove games, Sony in corsa per Electronic Arts. Dopo l’acquisizione di Activision da parte di Microsoft, Sony potrebbe fare propria le attività di Electronic Arts, altro colosso del settore che produce titoli come Fifa. Lo scrive Hollywood Reporter, che non esclude l’ingresso nel settore dei videogame anche di Disney e Netflix, con acquisizioni più piccole, soprattutto in vista del lancio di app e giochi per il metaverso. La società di ricerca Enders afferma che il passaggio di Electronic Arts a Sony sarebbe tutt’altro che impossibile. “Attualmente è la loro scelta preferita – spiega a Hollywood Reporter – ma in caso di perplessità sul valore della mossa, Sony potrebbe dirigersi verso altri produttori, come Ubisoft e Take-Two, che rappresentano opzioni più economiche“.
Italia seconda in Ue per violazioni Gdpr. L’Italia è il secondo paese in Europa per violazioni del Gdpr, il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali entrato in vigore il 25 maggio del 2018. Lo sottolinea uno studio di Dla Piper, società che si occupa di servizi legali, in occasione della Giornata europea della protezione dei dati personali che cade il 28 gennaio. Stando al report, nel nostro Paese le violazioni (83 interventi dell’Autorità Garante, in testa c’è la Spagna con più di 250 sanzioni, segue la Romania con 57), hanno portato a quasi 80 milioni di euro in sanzioni, il terzo numero più alto in Europa dopo Lussemburgo e Irlanda, paesi nei quali si concentrano le sedi dei giganti del digitale. In totale, l’Europa ha affrontato multe per quasi 1,1 miliardi di euro nel 2021, per furto e violazione dei dati sensibili, un incremento pari al 600% rispetto all’anno precedente. Uno dei settori più colpiti è quello delle telecomunicazioni, con sanzioni che hanno riguardato in particolare le modalità di trattamento dei dati personali per attività di telemarketing e pubblicità. L’Italia cresce a ritmo doppio rispetto alla media europea nel merito dei ‘data breach’, cioè le violazioni che comportano l’accesso, la modifica, la cancellazione o la divulgazione non autorizzata dei dati. In testa c’è la Germania, seguita da Paesi Bassi e Polonia.
Apple introdurrà sugli iPhone lo sblocco con la mascherina. Con il perdurare della pandemia e la necessità di ridurre al minimo i contagi, molti paesi invitano ad indossare ancora una mascherina all’aperto. Per questo Apple potrebbe lanciare per tutti la possibilità di sbloccare i suoi iPhone anche indossando un dispositivo di protezione individuale. La novità è stata individuata dall’utente Brandon Butch e dal sito MacRumors nella versione beta di iOS 15.4, il sistema operativo per smartphone. Entrambi hanno postato su Twitter uno screenshot della nuova funzione di sblocco con la mascherina. Apple stava già lavorando all’opzione, il cui lancio era stato ritardato con la speranza del miglioramento della situazione globale. Come si legge dalla schermata condivisa online, la Mela ci tiene a precisare che l’autenticazione dell’utente con una mascherina è meno precisa di quella tradizionale e utilizza i segni distintivi intorno agli occhi per effettuare il login.