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Come si tutela la reputazione digitale e perché è importante farlo

14 Marzo 2024

Una crisi di immagine può mettere a repentaglio chiunque, soprattutto in una società iperconnessa come la nostra, dove tutto si amplifica, si crea e si distrugge alla velocità di un clic, come dimostra il recente pandoro-gate di Chiara Ferragni. Tuttavia, già prima di lei, tante sono state le aziende e i personaggi più o meno famosi che hanno rischiato carriera e affari a causa di un qualche epic fail. Ma se è vero che le cause che determinano una crisi possono essere le più disparate, il percorso che porta alla redenzione è per certi versi simile, anche se può avere esito positivo solo a patto che ci si rivolga a dei professionisti del settore.

Per gestire queste crisi, infatti – e, più in generale, per curare e/o ricostruire l’immagine di prodotti, professionisti e brand – esiste una figura professionale specifica, che si chiama consulente di reputazione digitale (reputation manager).

In Italia, uno dei suoi precursori è Andrea Barchiesi, già fondatore nel 2004 dell’agenzia Reputation Manager.
“Quando ho iniziato non c’era nessuno ed è stato come andare al cinema alle due del pomeriggio mentre il film inizia la sera”, dice. “Negli ultimi anni i professionisti stanno crescendo ma la vera domanda è che cosa significa occuparsi di reputazione?”.

L’intervista al nostro fondatore e CEO, Andrea Barchiesi, nel podcast “Risorse nuove” prodotto da Wolters Kluwer per Scuola di Formazione IPSOA: