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Facebook ha chiesto i dati dei clienti alle banche. Ma per farci cosa?

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Facebook ha chiesto i dati dei clienti alle banche. Ma per farci cosa?

7 Agosto 2018

Il Wall Street Journal ha diffuso un dossier secondo il quale Facebook ha chiesto alle principali banche americane di accedere ai dati bancari dei propri clienti, compresi quelli riguardanti le transazioni effettuate con le carte di credito, allo scopo di offrire nuovi servizi ai suoi utenti.

Ovviamente la notizia ha allertato media e web su nuovi rischi per la privacy degli utenti dopo il caso Cambridge Analytica. Perché quindi Facebook, che sta già vivendo un momento infelice e ha una crescita inferiore rispetto alle attese degli analisti, torna a esporsi proprio sul suo tallone d’Achille?

Stando a quanto dichiarano da Facebook sembrerebbe che la notizia, di fatto, non ci sia.

Sin dallo scorso marzo infatti Facebook ha annunciato una collaborazione con una banca di Singapore, Citibank, per dare la possibilità di collegare l’account dei clienti alla chatbot della banca per controllare il conto, denunciare una frode o ottenere assistenza dal servizio clienti, senza dover aspettare in attesa al telefono. ‎L’integrazione è totalmente automatizzata e non prevede la presenza di operatori umani, per cui non espone gli utenti a rischi sulla privacy.

Inoltre Facebook collabora già con PayPal in più di 40 nazioni, in modo che i clienti possano ricevere le notifiche dei propri acquisti tramite Messanger.

In queste ore un portavoce di Facebook ha spiegato al sito Tech Crunch che Facebook non ha chiesto alle banche i dati delle transazioni delle carte di credito e non vuole sviluppare servizi finanziari dedicati, né usare i dati bancari a scopi pubblicitari.

Cambridge Analytica, però, ha creato un precedente troppo grande sul tema della sicurezza dei dati personali associando di fatto alla reputazione di Facebook un dis-valore che continua ad agire ogni volta che si tocca questo tema.

Se poi il tema sicurezza dati viene associato ad un altro estremamente delicato come i risparmi delle persone ecco che scoppia la bomba.

In questa fase molto delicata Facebook dovrà dimostrare innanzitutto che al centro della sua attività c’è l’interesse dell’utente, ricreare un nuovo valore positivo intorno al tema della sicurezza, attraverso iniziative che vadano in questa direzione senza dare adito al minimo dubbio che stia facendo il contrario.