Stavo pensando a un modo speciale per raccontare questi numeri.
Per lo Sportello Co.re.com 2018/2019 per la tutela della reputazione online Reputation Manager ha affrontato 80 casi e rimosso 93 link lesivi, che tradotto potrebbe suonare così:
“Abbiamo aiutato 80 persone vittime della divulgazione online di dati e informazioni capaci di rovinare la loro reputazione digitale ma anche reale. Abbiamo così eliminato 93 contenuti che stavano rovinando la vita di queste persone”
Forse detto così risulta più comprensibile a chi ci chiede a cosa serva un servizio come il nostro.
Sempre nel 2018/2019 abbiamo incontrato più di 200 scuole sparse sul territorio nazionale (Lombardia e Veneto ma anche Puglia, Sicilia, Toscana…), ci siamo confrontati con più di 42.000 persone tra studenti genitori e insegnanti per i quali abbiamo affrontato 500 lezioni (e qui sotto potete trovare le foto di alcuni di questi bellissimi incontri) per cercare di far comprendere cosa voglia dire “gestire la propria identità digitale”. Anche questo lo possiamo tradurre così:
“Abbiamo cercato di far capire l’importanza del controllo e della buona gestione della propria identità personale e digitale attraverso i nuovi media, abbiamo spiegato che l’utilizzo di questi mezzi di comunicazione può portare al raggiungimento di uno scopo anche professionale non solo ludico, abbiamo fornito competenze tecnologiche, legali, etiche e di buona educazione per potersi difendere dalle insidie della Rete”.
Comunque, un modo speciale per spiegare questi numeri non l’ho trovato. Però l’occasione mi ha fatto riflettere sul fatto che, nonostante tutti questi sforzi profusi (non solo da noi ma da tante persone che si impegnano su questo fronte) il problema è lontano dall’essere risolto.
Altri numeri: oltre il 55% delle giovani 11-17enni è stata oggetto di prepotenze qualche volta nell’anno mentre per il 20,9% le vessazioni hanno avuto almeno una cadenza mensile (contro, rispettivamente, il 49,9% e il 18,8% dei loro coetanei maschi). Il 9,9% delle ragazze subisce atti di bullismo una o più volte a settimana, contro l’8,5% dei maschi (Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza Roma, 27 marzo 2019). E di questi numeri non è necessaria altra interpretazione.
Aggiungo anche che il cyberbullismo o bullismo, come fenomeno, non cessa di esistere nel mondo degli ultra diciottenni. Chiunque sia presente su qualsiasi piattaforma social è potenzialmente una vittima. Chiunque esista su questa terra è potenzialmente vittima.
In questa giornata mondiale contro il cyberbullismo e bullismo cosa dobbiamo rispondere o che messaggio bisogna mandare?
Online non mancano elenchi di regole, vademecum, pillole di saggezza di tutti i tipi che trovo tutte giustissime e validissime. E allora cosa manca ancora? Perché questi numeri sono sempre in crescita e non riusciamo a fermarli?
Sicuramente la migliore delle strategie sia innanzi tutto continuare a diffondere queste informazioni. Inoltre, sarebbe auspicabile che, a livello istituzionale, la formazione per l’utilizzo consapevole di internet nelle scuole, diventi parte dei programmi didattici. Istituire la materia di Reputation Management fin dalla scuola secondaria di secondo grado, potrebbe essere una partenza sperimentale di progetti con molteplici sbocchi professionali. Qualcuno potrà avere da obiettare, ma senza lo spirito pionieristico non avremmo fatto tante altre cose….
Inoltre, una delle più importanti strategie di insegnamento è il buon esempio. Questo è forse lo sforzo più impegnativo al quale dovremmo sottoporci tutti noi in qualità di membri adulti di una società civile. Le nostre azioni dovrebbero diffondere il senso di responsabilità nell’utilizzo dei dispositivi, l’educazione nel diffondere le proprie idee, il rispetto del prossimo.
Ricordarsi, semplicemente, delle buone maniere! A lezione spesso faccio questo esempio: “Quando sei online (e non solo) e stai per compiere un’azione ingiusta, tu lo sai benissimo in cuor tuo che è così. L’unico pensiero in quel frangente e sperare di farla franca. Proprio in quel momento è necessario fermarsi. Se invece vai oltre quel limite, sii pronto ad assumerti le tue responsabilità!”.
Silvia Rossato
Responsabile Progetto Scuole contro Cyberbullismo