UE, la transizione digitale arranca
L’Italia mostra un “potenziale inespresso”. Nonostante alcuni progressi, il Paese è in ritardo, soprattutto per le competenze ICT.
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L’Italia mostra un “potenziale inespresso”. Nonostante alcuni progressi, il Paese è in ritardo, soprattutto per le competenze ICT.
Risulta però fondamentale includere anche i Paesi meno sviluppati, perlopiù offline, al fine di evitare di ampliare il divario digitale.
I leader di 19 aziende europee sottolineano l’importanza di investire in connettività avanzata, digitalizzazione e decarbonizzazione.
Un recente studio ha analizzato l’Indice di Maturità Digitale (IMD) di 13.000 pmi, rivelando significative disparità regionali e settoriali.
La fase sperimentale coinvolgerà mille cittadini selezionati ed entro ottobre tutti i maggiorenni potranno richiedere l’accesso.
Questa applicazione, distinta da MyInps, offrirà un’esperienza utente semplice e intuitiva, simile a quella tipica delle app bancarie.
Il 98,5% dei Comuni nella provincia di Milano ha aderito a progetti digitali e l’area è terza per finanziamenti PNRR alla sanità.
Secondo la ricerca ICity Rank, che analizza il livello di digitalizzazione dei capoluoghi italiani, emergono segnali di progresso.
Oltre 1000 Comuni non hanno ancora nominato un responsabile per la transizione digitale, fondamentale per la digitalizzazione della PA.
Secondo i dati di Confindustria Digital Anitec Assinform, il 72% delle pmi in Italia ha un basso livello di digitalizzazione.
La digitalizzazione delle PMI italiane sta crescendo. Il 43,3% delle PMI considera il digitale importante per il proprio business.
Da oggi, i cittadini possono dire addio alle raccomandate iscrivendosi alla piattaforma INAD (Indice Nazionale dei Domicili Digitali).
Meno della metà delle pmi italiane considera la digitalizzazione un aspetto importante all’interno del proprio settore di appartenenza.
Facebook avrebbe censurato notizie vere sui vaccini presentate in modo sensazionalistico a seguito di pressioni della Casa Bianca.
Lo Stato del New Jersey ha stabilito che i conducenti della società non sono liberi professionisti, ma lavoratori dipendenti.