Questa è la prima guerra dell’era digitale. Forse non la prima in assoluto ma la prima in termini di portata, vicinanza culturale e geopolitica. Una guerra non solo di carrarmati, ma anche di comunicazione. E non è affatto uno scontro tra due nazioni, ma coinvolge indirettamente tutte le potenze mondiali, compresa quella europea che fa fatica a riconoscersi come tale. In definitiva uno scontro tra Occidente e Oriente. Tra democrazie ed autarchie.
Due contendenti, da una parte Zelensky, che combatte anche attraverso i social e le dirette Zoom, dall’altra parte Putin con la sua narrazione istituzionale asciutta centrata sull’attacco per denazificare e rispondere alla minaccia della Nato. La percezione è un campo di battaglia, estremamente importante poiché può significare aiuti, armamenti, intervento o sovvenzioni in grado di ridurre all’impotenza l’avversario. La posta in gioco è altissima.
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