Si parla molto di Metaverso ultimamente ma ho l’impressione che se ne parli in modo molto astratto e confuso. Proviamo a rispondere concretamente a due domande chiave: Che cos’è il metaverso? Come potrebbe cambiare il mondo della comunicazione? Anzitutto sgombriamo il campo da un malinteso astutamente creato, il Metaverso non l’ha inventato Zuckerberg. La prima teorizzazione del metaverso è invece datata 1992 in un romanzo fantascientifico di Neal Stephenson. Da allora si è evoluto, soprattutto tra comunità di giovani, fuori dal radar dei teorici del pensiero e delle istituzioni. In effetti ricorda molto la parabola dei social network a differenza che questi ultimi sono partiti dopo ed esplosi molto prima. Zuckerberg in questo caso non guida la rivoluzione in atto, ma la insegue.
Il Metaverso è una ipercomunità, tra reale e virtuale, in cui ognuno si muove attraverso avatar, dove si intrecciano relazioni, interessi, attività, si ha un sistema economico interno agganciato a valute reali come Euro, Dollari o criptovalute. Alcuni la definiscono una realtà virtuale ma credo sia più appropriato parlare di realtà aumentata poiché tende ad incrementare le dimensioni esistenti piuttosto che a rappresentarle. Siamo chiaramente di fronte ad un concetto potente che evolverà nel tempo e ci porterà ancora una volta verso strade inesplorate.
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