Un italiano su 3 ha cominciato a usare nuovi brand. Tra imprese riconvertite e filiere produttive chiamate a garantire la tenuta, i consumatori hanno monitorato il comportamento dei brand durante l’emergenza Covid-19 e hanno scelto: 1 su 3 ha cominciato a utilizzare nuovi marchi che reputava si stessero muovendo bene nella fase acuta dell’emergenza, mentre il 69% ha perso i contatti con marchi che hanno anteposto i profitti alle persone (dati: Edelman).

Cresce la rete fissa, +80%: è l’aumento del traffico dati registrato sulla rete fissa nei mesi di lockdown. Le reti mobili nello stesso periodo sono cresciute del +30%.

Usato, mercato da 24 miliardi in Italia. Una persona su 2 ha comprato o venduto qualcosa di usato. Nel 2019 lo hanno fatto 21 milioni di persone. Di conseguenza il mondo della seconda mano ha realizzato un tesoretto, Io scorso anno, di 24 miliardi di euro (erano 23 miliardi nel 2018) pari all’1,3% del Pil e con una crescita del 33% in 5 anni. A fotografarlo nei dettagli ci pensa l’Osservatorio Second Hand Economy con una ricerca Subito.it e BvaDoxa.

La pubblicità soffre anche online. L’Italia è il paese che più ha registrato una frenata nella spesa pubblicitaria digitale del primo trimestre dell’anno: il dato di lab Europe, l’associazione dell’ecosistema della pubblicità, segna un ­18,1% rispetto allo stesso periodo del 2019, escludendo motori di ricerca e social.

Coronavirus, l’app Immuni pronta in 10-15 giorni. Intanto il ministero dell’Innovazione ha pubblicato sulla piattaforma GitHub i documenti sul funzionamento del software scelto dal governo per tracciare la diffusione del virus. Il sindaco di Milano: «Servono i tracciatori, altrimenti l’app da sola non è utile».