Non sono bastate le battute di Elon Musk a diffondere l’ottimismo tra gli azionisti. “Poi compro la Coca Cola per rimetterci dentro la cocaina“, aveva twittato il fondatore di Tesla. Nonostante il rialzo dell’1% di ieri, infatti, il titolo Twitter rimane ancora del 19% al di sotto dei 54,2 dollari offerti dall’imprenditore. Segno inconfutabile che gli investitori non sono convinti del buon esito dell’opa. Twitter chiude il trimestre con un utile di 513 milioni di dollari ma è costretta ad ammettere di aver mal calcolato gli utenti della piattaforma di quasi due milioni di unità per tre anni.
Nelle contrattazioni after hours – scrive La Stampa – il colosso è arrivato a perdere oltre il 10% in scia ai conti deludenti del primo trimestre dell’anno e - soprattutto - sulle deludenti prospettive per il resto dell’anno. Amazon ha perso 3,8 miliardi di dollari nonostante i ricavi siano saliti del 7% a 116,4 miliardi dollari, sostanzialmente in linea con le attese degli analisti.
Una storica fabbrica legata alla produzione di macchine da caffè rinasce in uno spazio per la creatività digitale. Show Reel Media Group, digital media company specializzata nella gestione degli influencer e nella produzione di contenuti digitali, ha dato vita al suo nuovo hub creativo all’interno del quartiere Bovisa.
Sarà possibile prenotarli dal 2 maggio a Pechino. La Cina infatti ha concesso al gigante tra i motori di ricerca Baidu e al suo Apollo Robotaxi e a una società rivale di auto a guida autonoma, Pony AI, controllata da Toyota, l’autorizzazione a fornire servizi di guida senza conducente al pubblico a Pechino. Baidu prevede di espandere il servizio in 65 città cinesi entro il 2025 e in 100 al 2030.
Scrive Ansa: il gigante americano ha annunciato di aver esteso la possibilità di richiedere che i dati sensibili vengano oscurati dai link di ricerca. Google ha deciso di inserire nella lista dei contenuti passibili di rimozione anche i numeri identificativi governativi, come il numero di previdenza sociale statunitense e il codice fiscale, numeri di conto bancario e carte di credito, immagini di documenti di identità e firme autografe, cartelle cliniche, indirizzi fisici, numeri di telefono e email, credenziali di accesso riservate, immagini personali intime non consensuali, video deepfake pornografici o immagini modificate al computer. Per chiedere al team di sicurezza la rimozione delle informazioni, si dovrà fornire a Google una lista di indirizzi web che puntano ai dati personali e le pagine di ricerca che portano a tali link.
Europa, Usa e altri 32 Paesi hanno lanciato una Dichiarazione per il futuro di internet (leggi) impegnandosi a favore di “un singolo internet globale che sia davvero aperto e che promuova la competizione, la privacy, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali di tutte le persone”, nonché “il libero flusso dell’informazione” e una “connettività inclusiva e sostenibile in modo che tutti possano beneficiare dell’economia digitale”.
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