Il Gip di Roma ordina lo stop alle edicole digitali pirata. Il Gip ha infatti ordinato agli Internet service provider attivi in Italia di oscurare 28 siti pirata oltre a 8 canali dedicati della piattaforma Telegram. L’inchiesta della Gdf, scrive oggi Il Sole 24 Ore, ha preso due direzioni: da un lato aggredisce un reticolato globale di domini internet e di service, ai cui gestori molti ancora schermati o ignoti contesta la violazione del diritto d’autore a fini di lucro. Il secondo versante dell’indagine è invece specifico sugli otto servizi forniti da Telegram, ai cui gestori (allo stato ignoti) viene contestato il solo reato della legge sul copyright.
De Luca batte Trump? Il Corriere della Sera racconta il lavoro di “digitalizzazione” svolto dal governatore della Campania Vincenzo De Luca e dal suo staff social. Un impegno costante, con un budget che ha raggiunto anche i 2000 euro a settimana, e che ora incassa numeri da politica Usa: in una diretta Facebook De Luca ha raggiunto 113 mila spettatori in diretta, il doppio del presidente Trump nello stesso giorno.
I dubbi del Copasir sulla privacy di Immuni. Il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha approvato la relazione sull’app di tracciamento dei contatti ma chiede di definire meglio le procedure per il trattamento dei dati e osserva come sia necessario garantire che non ci siano possibili trasmissioni di dati verso Apple e Google. La ministra Pisano ha ribadito che «i dati non potranno finire in mano straniera».
Merkel: attaccata dagli hacker russi. «Si tratta di attacchi scandalosi, inaccettabili e oltraggiosi»: così la cancelliera tedesca Angela Merkel di fronte ai deputati del Bundestag parlando dei casi di hackeraggio ai danni della Germania. Il procuratore generale ha emanato un mandato di cattura internazionale nei confronti di Dmitriy Badin, un cittadino di 29 anni di nazionalità russa che lavora per conto dei servizi segreti militari di Mosca. Secondo gli investigatori tedeschi sarebbe responsabile della massiccia azione di hackeraggio avvenuta nel 2015 ai danni del sistema informatico delle istituzioni tedesche.
Facebook, settlement da 52 milioni di dollari con i moderatori. Navigare e lavorare su Internet può essere pericoloso per la salute mentale: a riconoscerlo è la stessa Facebook che ha accettato un settlement preliminare di 52 milioni di euro nella class action intentata due anni fa dai moderatori che accusavano il social di non aver fatto il possibile per proteggere il loro lavoro mettendoli al riparo da potenziali disturbi psicologici.
La Ue a caccia dei big della rete. La titolare dell’Antitrust europeo Margrethe Vestager ha lanciato un bando per reclutare i massimi esperti di piattaforme digitali (600 mila euro) affinché forniscano il loro parere sulla possibilità di ridurre in qualche modo lo strapotere dei nuovi monopoli di internet. L’idea è quella di intervenire con un break up degli Ott limitandone in parte lo strapotere. Intanto sta prendendo corpo l’ipotesi di entrare con denaro pubblico nell’azionariato di società europee considerate strategiche.
