Hacker, tregua agli ospedali. In un articolo di questa settimana apparso su Bleeping computer, il giornalista Laurance Abrams ha chiesto ai rappresentanti dei gruppi criminali che gestiscono i ransomware più diffusi se avrebbero fatto qualcosa per limitare le loro azioni in occasione dell’esplosione di Coronavirus. Il gruppo DoppelPaymer – riporta oggi il Sole 24 Ore – ha fatto sapere che loro cercano sempre di evitare ospedali, case di cura e tutto quello che è connesso con la risposta a emergenze. I gestori del ransomware Maze hanno dichiarato che invece abbandoneranno ogni attività contro gli ospedali nel periodo dell’emergenza, almeno finché la situazione non sarà stabilizzata.
Quanti sono gli utenti streaming nel mondo? Ad oggi sono circa 1,1 miliardi le persone che utilizzano almeno uno servizio di streaming video. Nel 2017 erano 900 milioni, tra quattro anni, secondo le ultime stime, saranno 1,3 miliardi.
Il phishing ai tempi del Coronavirus. Secondo l’ultimo report di Libraesva nell’ultima settimana, tra i messaggi “legittimi” (cioè senza malware) che circolavano in rete, uno su sei parlava in un modo o in un altro del Covid-19. Su tutto il totale delle email circolanti in Italia, invece, ben una su otto era malevola e cercava di sfruttare il Coronavirus come argomento per beffare gli utenti.
Huawei, target tagliati ma utile in crescita. Il colosso cinese, anche se con target abbassati, prevede ricavi e utile netto in aumento. A dirlo è il ceo e fondatore di Huawei, RenZhengfei, in un’intervista al Wall Street Journal. Il Ceo ha indicato che la maggior parte dei lavoratori è tornata in attività in Cina.
Facebook: impatto sul business nonostante l’utilizzo in aumento. Il colosso tecnologico ha dichiarato che il totale dei messaggi inviati attraverso i servizi della propria piattaforma è aumentato del 50% nei paesi colpiti duramente dal virus: in Italia, ad esempio, le videochiamate Whatsapp sono aumentate del +1000%. Tuttavia la società prevede che l’incremento dell’utilizzo da parte degli utenti non sarà sufficiente a contrastare l’impatto derivante dal declino della pubblicità digitale in tutto il mondo.
Come cambia la vita durante una crisi? Otto esperti si sono uniti per disegnare una mappa delle nostre esistenze mentre siamo confinati a casa e collegati alla Rete. «La nostra sensazione – dice il ricercatore Antonio Tintori a Repubblica – è che da un lato questa situazione abbia avvicinato a certi servizi fasce di età che prima si tenevano a distanza dallo streaming, dall’altro che si cerchino soprattutto film e serie non impegnative. Al di là di alcune eccezioni, come certi film su pandemie tornati di moda, le persone vogliono vivere una pausa dal bombardamento continuo di notizie sull’emergenza sanitaria».
