I minori costituiscono il pubblico a più rapida crescita sul web, e per loro vanno innalzate le tutele, limitando sia la raccolta e l’uso dei dati di localizzazione sia le informazioni personali. Le big tech si sono adeguate con versioni Kid delle loro piattaforme (Youtube, Amazon, Facebook) e c’è anche chi sogna prodotti “zero data”, senza cioè le funzionalità di targeting tipiche delle versioni per adulti.
Si chiamano deepfake e sono video creati con l’intelligenza artificiale che permettono di far dire quello che si vuole alla propria celebrity preferita, ma anche ad amici e parenti. Vittima illustre di questi giorni è stata Mark Zuckerberg che confessa l’intenzione di accumulare dati di miliardi di persone per poi dominarle.
Non è un falso, e se confermato sarebbe l’ennesimo colpo per Zuck, la notizia secondo cui in alcune mail private Mr Facebook e i suoi più stretti collaboratori avrebbe finto di interessarsi alla questione della privacy degli utenti.
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