Secondo le statistiche, circa il 73% delle persone con disabilità ha difficoltà a utilizzare più del 25% dei siti web che visita. Questo perché molti siti non sono compatibili con screen reader, comandi vocali o tastiere, oppure hanno interfacce troppo complesse o colori ed effetti che possono causare epilessia.

L’Italia è stata uno dei primi Paesi a garantire l’accessibilità digitale con la Legge Stanca del 2004, aggiornata nel 2018 per recepire la Web Accessibility Directive dell’Ue. Ma la vera svolta arriverà nel 2025, quando entrerà in vigore la normativa europea che impone requisiti di accessibilità per tutti i siti pubblici e privati, con sanzioni per i trasgressori.

Realizzare siti che garantiscano l’accessibilità digitale non vuol dire solo aiutare le persone con disabilità, ma anche chi ha difficoltà linguistiche, anziani, chi usa dispositivi con prestazioni ridotte. E porta anche vantaggi commerciali, permettendo di raggiungere un pubblico più ampio.

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Paolo Marinoni

Communication Specialist di Reputation Manager S.p.A. Società Benefit.

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