È di qualche giorno fa uno studio di Reputation Science – società che analizza la reputazione online di personaggi ed enti – sull’hashtag #IoStoConPutin che si è diffuso in maniera esponenziale nelle settimane successive all’invasione russa in Ucraina, diventando quel che si dice un “trend topic” suTwitter. Un cluster trasversale ma identitario sotto le cui insegne si sono ritrovati – nel mettere all’indice gli americani come “la nostra rovina” e difendere, per converso, le scelte il dittatore russo – account che fino all’altro ieri abbaiavano, con pari livore e medesimo fervore d’accatto, contro il Governo Draghi, i vaccini e i green pass, contro l’Unione Europea, contro Papa Francesco.
Reputation Science ha cercato di esaminare a fondo i “nodi comunicativi” esistenti tra gli utenti più attivi e influenti sui vari temi ma la (triste, tristissima, disarmante) conclusione è che il vero nesso non è l’avversione ideologica alla Nato o una visione comune antieuropeista ma – molto più banalmente – l’incapacità di un’ampia fetta della popolazione italiana di comprendere i fatti e di assumere quindi posizioni misurate, razionali, filtrate dalla ragione, dalla conoscenza, dalla capacità di analisi.
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