Nato come “gioco”, il software che manipola i video rischia di creare problemi in vista delle Presidenziali Usa. Per questo si sta correndo ai ripari, ma la strada è in salita.
Falsi video creati con l’intelligenza artificiale, sempre più difficili da riconoscere, che minacciano l’identità, la reputazione delle persone e la stessa democrazia. L’ultima vittima è stato Mark Zuckerberg, protagonista di un falso video in cui dichiara di aver venduto i dati di miliardi di utenti perché «chi ha i dati ha il potere».
L’articolo completo di Andrea Barchiesi su Lettera43.