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“Stop alle Offese”: il primo servizio di assistenza tecnica e legale gratuita alle vittime di insulti sui social

28 Settembre 2020

Il CEO Andrea Barchiesi: Lavoriamo da sedici anni per tutelare la reputazione online di aziende, personaggi e cittadini, abbiamo gestito uno dei primi casi di revenge porn in Italia, ma oggi l’odio va oltre le situazioni di conflitto pregresso, è estemporaneo e pervade tutte le interazioni social, passando anche dal semplice insulto. Per rendere i social un posto migliore va data a tutti la possibilità di difendersi, non solo ai vip. Vogliamo estendere a tutti gratuitamente l’opportunità di tutelarsi e ottenere un giusto risarcimento”.

Milano, 28 settembre 2020 – Chi viene offeso sui social, anche una sola volta, può ottenere il risarcimento per il danno subito, in modo gratuito. Si chiama “Stop alle Offese” e si rivolge a tutti, dalle persone comuni a personaggi noti. Un servizio che Reputation Manager, società di riferimento in Italia per l’analisi, la gestione e la costruzione della reputazione online, svolge da oltre sedici anni, con all’attivo migliaia di casi gestiti con successo. Ora diventa una piattaforma alla quale si possono inviare direttamente le segnalazioni. Il servizio è totalmente gratuito per chi è vittima di offese sui social: tutte le spese legali e tecniche sono sempre a carico di chi offende. Reputation Manager, inoltre, si impegna a non addebitare mai alcun costo alle vittime, a prescindere dall’esito del procedimento.

“Dal lockdown in poi, quando le interazioni online hanno subito un’impennata improvvisa, abbiamo visto triplicare le segnalazioni che riceviamo ogni giorno. Fino a qualche tempo fa, chi arrivava a chiedere aiuto subiva situazioni più complesse e reiterate come stalking, cyberbullismo, sexting fino ad arrivare a reati gravi come il revenge porn. Ora l’odio è estemporaneo, pervade qualsiasi tipo di scambio sui social, dalla banale discussione calcistica che degenera in insulti personali, agli scontri sulla pandemia dove si addita l’altro come untore o gli si augura addirittura la morte per un commento. Anche questo è reato. Gli esempi sono infiniti. Le persone vogliono giustamente rivalersi– spiega Andrea Barchiesi, CEO di Reputation Manager – ma allo stesso tempo hanno paura di ingaggiare lunghe battaglie legali, temono i costi e i tempi della giustizia.

Allo stesso tempo, spesso ci chiamano perché non trovano risposta nelle segnalazioni dei commenti fatte direttamente al social network di turno. Noi offriamo supporto totalmente gratuito a chi subisce le offese: basta segnalarci il caso, noi lo valutiamo, acquisiamo le prove online con software certificati e gestiamo tutto l’iter legale per ottenere la rimozione dei contenuti incriminati e il giusto risarcimento per le offese subite. Il servizio non ha alcun costo per i nostri assistiti, perché le spese sono sempre a carico della controparte e comunque in nessun caso, a prescindere dall’esito, faremo pagare alcun costo al nostro cliente. La nostra esperienza decennale di situazioni gestite, anche molto complesse, ci permette di identificare con chiarezza i casi in cui è consigliabile procedere per ottenere il giusto risarcimento. E sono molti di più di quanto una persona comune possa pensare. Per questo invito tutti a segnalare anche il singolo insulto”.

Dietro a Stop alle Offese c’è una realtà strutturata composta da legali, data scientist, esperti di web intelligence che da anni gestisce casi di diffamazione online e tutela la reputazione dei suoi clienti dai contenuti che ledono la loro reputazione.

Reputation Manager è inoltre impegnata da tempo sul fronte dell’educazione digitale. Dal 2018 ha incontrato 41.200 studenti e quasi 1000 genitori in 200 scuole, per un totale di 460 lezioni sull’uso consapevole del web e la salvaguardia della propria reputazione online. Per questo progetto ha vinto il Premio Adriano Olivetti.

Stop alle Offese ha attivato anche un osservatorio per monitorare la diffusione di insulti e parole offensive nei social network: nell’ultima settimana solo su Twitter ha individuato più di 52mila occorrenze.

La diffusione di una cultura digitale è essenziale per contrastare l’odio online, ma da sola non basta. Servono azioni mirate di contrasto.

Di recente Emma Marrone, vittima di insulti razzisti per aver postato una foto con Kanye West, ha sottolineato: “Iniziamo a punire le parole o va bene così come sempre?”. Questo è esattamente l’obiettivo di “Stop alle Offese”. Punire le parole offensive che ledono la reputazione e la dignità di una persona. E ottenere, gratuitamente, un giusto risarcimento per il danno subito.