La guerra cyber è iniziata
“Siamo sotto attacco con matrice russa da almeno tre o quattro anni con i cosiddetti ransomware, quei virus informatici che determinano la cifratura fraudolenta di tutte le informazioni presenti all’interno di un computer di un singolo utente o di sistemi informatici di aziende, imprese, enti pubblici e amministrazioni varie. Non possiamo pensare adesso di organizzarci. Rimane da sbrigarsi a fare copia multipla di database e sistemi su supporti offline”. Il generale Umberto Rapetto, già comandante del Gruppo Anticrimine Tecnologico della Guardia di Finanza (Gat), commenta così l’allarme lanciato giovedì pomeriggio dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) guidata da Roberto Baldoni. “L’80% degli attacchi è garantito da organizzazioni che sono incentivate dal governo russo che ha investito tantissimo nella cyberwar e ha portato alla creazione di una vasta gamma di unità da combattimento in cui si mescolano consolidate capacità belliche e imprevedibili guizzi criminali”.
Anonymous attacca il Cremlino
La cyber-offensiva di Anonymous nei confronti della Russia accelera e manda in tilt i principali siti governativi di Mosca, Cremlino e ministero della Difesa compresi. All’avanzata dei carri armati in Ucraina, il movimento di hacker risponde con l’attacco digitale provando a far tacere i mezzi di propaganda russi e garantendo, invece, la miglior connessione online del popolo ucraino. “Abbiamo mandato offline i siti governativi le parole del collettivo e girato le informazioni ai cittadini russi in modo che possano essere liberi dalla macchina della censura di Putin”. Sabato c’è l’attacco massiccio frontale, confermato poi dallo stesso portavoce del governo Dmitri Peskov. “Siamo sotto attacco ha detto il sito è offline”. Oltre al Cremlino è stato offuscato anche il sito del ministero della Difesa e di altre istituzioni. Secondo numerosi media, inoltre, su alcune tv russe hackerate sarebbero andate in onda canzoni tipiche dell’Ucraina. Nelle ultime ore sono state attaccate anche le banche ed i centri finanziari.
Revenge porn: il Garante interviene nelle prime 48 ore
Risposte rapide contro il revenge porn. Sono quelle che il Garante della privacy si sta apprestando a mettere in campo per evitare che foto e filmati a sfondo sessuale finiscano, contro il volere degli interessati, su internet. Il tempo, in questi casi, è fondamentale per evitare che il materiale “incriminato” si sedimenti nel web e sia più difficile, se non impossibile, rimuoverlo. Il Garante sa di doversi muovere entro 48 ore dal momento della segnalazione da parte della vittima: è quanto gli ha chiesto il decreto legge 139 dello scorso anno, che nell’ampliare i poteri dell’Autorità contro le “vendette pornografiche” online, ha anche dettato i tempi per farlo.
Musk condivide Starlink
I servizi internet dei satelliti Starlink di Elon Musk sono “ora attivi in Ucraina”. Lo afferma Musk rispondendo a un tweet del vice presidente ucraino Mykhailo Fedorov. Fedorov aveva chiesto a Musk di metterli a disposizione.
Meta blocca 40 account falsi
“I gruppi filo-russi stanno orchestrando campagne di disinformazione sui social media, utilizzando profili falsi o account hackerati per dipingere l’Ucraina come una debole pedina della doppiezza occidentale”, ha detto Meta domenica. Il team di sicurezza informatica del colosso tecnologico, genitore di Facebook e Instagram, ha affermato di aver bloccato una serie di account falsi collegati alla Russia che facevano parte di uno schema di social media per indebolire l’Ucraina. “Gestivano siti Web che si spacciavano per entità giornalistiche indipendenti e creavano personaggi falsi su piattaforme di social media tra cui Facebook, Instagram, Twitter, YouTube, Telegram e anche i russi Odnoklassniki e VK”, ha detto Meta in un post sul blog. In alcuni casi, “hanno utilizzato immagini del profilo che riteniamo siano state probabilmente generate utilizzando tecniche di intelligenza artificiale”.
