L’Australia ha recentemente introdotto una legge che sancisce il “diritto alla disconnessione” per milioni di lavoratori. Questa normativa – entrata in vigore lunedì per la maggior parte dei lavoratori applicabile alle aziende con meno di 15 dipendenti dall’agosto 2025 – permette ai dipendenti di ignorare le comunicazioni dei loro datori di lavoro fuori dall’orario d’ufficio, senza temere ripercussioni.
La legge non vieta categoricamente ai datori di lavoro di contattare i dipendenti, ma protegge chi sceglie di non rispondere, a meno che il rifiuto non sia considerato irragionevole (un termine che, però, si presta a diverse interpretazioni). L’obiettivo è ripristinare un sano equilibrio tra vita professionale e vita privata, contrastando il fenomeno degli straordinari non retribuiti e del lavoro “invisibile”.
Secondo un recente studio, gli australiani svolgono in media 281 ore di lavoro non pagato all’anno, equivalenti a circa 7.500 dollari USA di mancato guadagno. La nuova legge mira a correggere questa situazione, offrendo ai lavoratori la possibilità di godere del proprio tempo libero senza sentirsi “incatenati alla scrivania”.
L’Australia si unisce così a una crescente lista di Paesi che stanno adottando misure simili, aprendo un dibattito globale sul futuro del lavoro e sull’importanza del benessere dei dipendenti.
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