Notizie in pillole sul digitale

Le Big Tech rappresentano il 56% del traffico dati globale

Il 1° maggio ospedali milanesi sotto attacco

La piattaforma web di quattro ospedali milanesi smette di funzionare. Le pagine non si caricano e qualche minuto con la rotella che gira, compare la scritta: “Impossibile collegarsi al sito”. Gli ospedali milanesi Fatebenefratelli, Sacco, Buzzi e Melloni sono sotto attacco hacker dalle tre di notte del primo maggio e, solo nel tardo pomeriggio di ieri, è stata avviata la procedura di ripristino. Però fino a domani i pronto soccorsi e i punti prelievo non potranno accettare nuovi accessi.

Le Big Tech rappresentano il 56% del traffico dati globali

Meta (Facebook, Instagram, WhatsApp), Alphabet (Google search, YouTube), Apple (iTunes, iCloud, AppStore), Amazon (AWS, Amazon Prime), Microsoft (MS Office, Xbox) e Netflix ­ pesano per il 56% sul consumo dati globale. E con i loro servizi alzano il limite ogni volta di più. Questo il motivo della richiesta che le telco europee ritengono improcrastinabile: far sì che si attivino meccanismi di contribuzione, da parte delle BigTech, alla realizzazione delle reti di cui usufruiscono per i loro servizi.

Snapchat festeggia la crescita

Secondo Snap, la casa madre di Snapchat, la quota di utenti attivi giornalieri da gennaio a marzo è salita del 18% rispetto al trimestre precedente (+52% rispetto all’anno scorso) arrivando a 332 milioni. A gennaio, rivela Kepios, gli utenti quotidianamente attivi erano 319 milioni. Buone notizie buone per quanto riguarda i conti: i rincari nel primo trimestre del 2022 sono stati superiori al miliardo di dollari (+38% rispetto al 2021) e il flusso di cassa operativo è stato di 127 milioni di dollari.

Come cambia la pubblicità

Gli investimenti pubblicitari rilevati dall’Osservatorio Fcp Assointernet registrano a marzo 2022 un decremento del 3,3%, con il primo trimestre dell’anno. Le analisi in termini di device evidenziano una maggiore crescita della voce desktop­-tablet (+4,6%), rispetto a quella relativa agli smartphone (+1,9%).

Amazon supera Poste

Amazon sorpassa Poste e si è piazza al 17,9% nei servizi di consegna nel libero mercato a dicembre scorso, incrementando la quota di un 3% rispetto allo stesso periodo del 2020. Poste perde un 1,6% e si posiziona per la prima volta secondo, al 17,3%, a pari merito con Brt. Seguono United Parcel Service (Upe) al 13,9%, General Logistics System (Gls) al 13%, Dhl al 12,8% e Tnt­FedEx al 7,8%, secondo l’Agcom.

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