Il Parlamento europeo ha compiuto un importante passo verso la regolamentazione dell’intelligenza artificiale, con l’approvazione dell’AI Act, un atto sovranazionale che mira a fornire linee guida e restrizioni sull’uso e lo sviluppo di questa tecnologia emergente. L’adozione della nuova legislazione rappresenta un punto di svolta nella governance dell’AI nell’Unione Europea.

Cosa prevede l’AI Act approvato dal Parlamento europeo?

L’AI Act classifica le applicazioni dell’intelligenza artificiale in base al potenziale rischio che comportano per i diritti fondamentali.

Le applicazioni ad alto rischio saranno soggette a restrizioni più severe. Sarà necessaria una maggiore trasparenza riguardo alla loro operatività e dovrà essere garantito un controllo umano stringente. Inoltre, tali sistemi dovranno essere soggetti a una valutazione indipendente prima di essere messi in commercio.

La regolamentazione dei modelli di linguaggio

Una delle novità introdotte dall’AI Act riguarda anche i modelli di linguaggio di grandi dimensioni, come ChatGPT. Questi modelli hanno dimostrato di avere un potenziale significativo, ma possono anche presentare rischi, come la diffusione di disinformazione o la violazione della privacy. Pertanto, l’AI Act impone divieti e paletti specifici per regolare l’uso responsabile di tali modelli, garantendo il rispetto dei diritti fondamentali delle persone.

Quando entrerà in vigore?

Nonostante l’approvazione da parte del Parlamento europeo, l’AI Act dovrà ancora essere negoziato con la Commissione europea e con i singoli governi degli Stati membri. Si prevede dunque che l’entrata in vigore della legislazione avverrà nel 2026. Tuttavia, alcune parti interessate desiderano accelerare il processo, considerando l’evoluzione continua e rapida del campo dell’intelligenza artificiale.

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Paolo Marinoni

Communication Specialist di Reputation Manager S.p.A. Società Benefit.

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