Secondo l’ultima edizione dell’Indice sulla Qualità della Vita Digitale (Dql) elaborato da Surfshark, la qualità delle infrastrutture digitali in Italia continua a migliorare, ma non abbastanza da tenere il passo con altri Paesi.
Nel ranking complessivo del Dql, che valuta 5 pilastri della vita digitale (infrastrutture, qualità di Internet, cybersicurezza, e-government e accessibilità), l’Italia scende dal 19° al 24° posto tra i Paesi analizzati.
30° posto per le infrastrutture
Il pilastro che misura lo sviluppo delle infrastrutture digitali vede l’Italia scivolare al 30° posto, nonostante una buona penetrazione di Internet (91% della popolazione). Permangono ritardi nello sviluppo e nell’adozione delle tecnologie più avanzate.
Positivo il trend di crescita della banda larga fissa (139 Mbps, +28% sul 2021) e mobile (74 Mbps, +32%). Tuttavia, i dati italiani restano inferiori rispetto a Paesi come la Spagna, che può contare su una rete mobile più veloce del 6% e una rete fissa addirittura del 42% più performante.
Cybersicurezza sufficiente, ritardi sull’accessibilità
L’Italia si difende bene sul fronte della cybersicurezza (19° posto), ma arranca nella sfida dell’accessibilità digitale (47° posto). Per colmare questo divario con le nazioni più virtuose sarà decisivo rendere le tecnologie digitali più accessibili economicamente e socialmente.
L’Europa fa scuola, Italia indietro
Nel complesso, i Paesi europei guidano la classifica mondiale, con Francia, Finlandia e Danimarca sul podio. L’Italia resta invece indietro rispetto ad altre grandi economie europee, dimostrando che, nel processo di digitalizzazione, la strada da fare è ancora molta.