Il 69% degli adolescenti ha un profilo falso sui social. La ricerca è alla base del saggio Figli delle App: sono 1.858 i ragazzi di scuole medie e superiori interpellati fra aprile e maggio 2020, in pieno lockdown ed il 99,6% possiede uno smartphone. Il 98,7% ha un profilo social. Il 61,6% invia e riceve su WhatsApp oltre cento messaggi al giorno ed il 45,5% ha lo smartphone acceso giorno e notte. Quanto ai profili falsi, hanno risposto solo 544 ragazzi, spiega Francesco Pira, sociologo dei processi culturali e comunicativi all’Università di Messina, “ed è facile supporre che gli altri 1.314 si siano sottratti per non ammettere che il profilo falso ce l’hanno. Cosa che alzerebbe la media del 69,9%, di per sé già alta”. Cosa ci fanno i giovani con un profilo fake? “Per esempio, eludono i controlli dei genitori. Hanno un profilo “pulito” che mamma e papà possono controllare e ne hanno uno falso che, per i loro amici, è quello “vero””. Oppure, peggio: “Cercano un’identità altra per dire ciò che pensano in anonimato”.
“I minori nel cyberspazio possono davvero prestare consenso?” Come è possibile che il minore d’età a partire dai 14 anni possa prestare il consenso al trattamento dei dati personali e di conseguenza sottoscrivere le “condizioni di servizio” predisposte dai social network providers, in assenza però del requisito di legge per il compimento di atti giuridici validi, cioè maggiore età? Emerge un’antinomia all’interno dell’ordinamento giuridico: la normativa consente ai minori dopo il compimento dei 14 anni di utilizzare i servizi di comunicazione elettronica, sebbene per accedere alle piattaforme di social networking sia necessario sottoscrivere vere e proprie clausole contrattuali, accettare i termini di servizio e prestare il proprio consenso al trattamento dei dati personali per le finalità inerenti l’esecuzione del contratto.
La carta si allea con il web: +44%: volano librerie fisiche e digitali. Secondo un’analisi Nielsen nei primi sei mesi del 2021 il libro cresce: le vendite salgono del 42% nel valore e del 44% in copie rispetto allo stesso periodo del 2020, e fanno mordere la polvere perfino a un anno di crescita come il 2019. Inoltre si legge di più, gli acquisti online lievitano, le librerie rimontano, e ci sono generi che vendono il 300% in più. Il mercato nei primi sei mesi 2021 vale 698 milioni, cioè il 42 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (207 milioni di euro in più), ma anche il 28% in più sul 2019. Le cifre più alte non sono dovute a un aumento dei prezzi di copertina: anzi, questi sono scesi dell’1,6% rispetto al 2020 (del 2% sul 2019).
Link dannosi online, l’89% viaggia su WhatsApp. Secondo una ricerca condotta dalla società di sicurezza informatica Kaspersky le app di messaggistica, in particolare WhatsApp, sono le più utilizzate dai criminali informatici per diffondere link malevoli. I truffatori che sfruttano tecniche di phishing si sono rivolti, in numero maggiore, tra dicembre 2020 e maggio 2021, a WhatsApp nell’89,6% dei casi e poi a Telegram (5,6%) e Viber (4,7%). A livello globale, sono stati registrati 480 casi di phishing al giorno. I risultati del sondaggio mostrano anche che nel 2020 il numero totale di utenti di queste app, a livello globale, ammontava a 2,7 miliardi, un dato che entro il 2023 dovrebbe crescere fino a raggiungere i 3,1 miliardi. Questa somma rappresenta quasi il 40% della popolazione mondiale.