Meta sta pagando un’azienda di lobbying per screditare TikTok
Il messaggio da far passare è che mentre politici e giornalisti si occupano di Meta e dei suoi problemi, “la vera minaccia viene da questa app, di proprietà cinese, che i nostri adolescenti usano in massa”. La società incaricata della campagna si chiama Targeted Victory e, secondo i documenti visionati dal Washington Post, nei mesi scorsi ha cercato di far pubblicare su diversi giornali articoli e commenti per mettere in cattiva luce TikTok. “Il nostro sogno”, si legge in una mail inviata da Targeted Victory, “sarebbe avere degli articoli intitolati “from dances to danger”, dai balletti ai pericoli, ecco come TikTok è diventato il più dannoso social per i ragazzini”.
Il Cremlino ha vietato l’uso dei software occidentali
Una delle mosse decise da Mosca per rispondere alle sanzioni internazionali provocate dall’invasione dell’Ucraina è quella di vietare l’utilizzo di software straniero in tutta la pubblica amministrazione russa prima nelle infrastrutture critiche e poi, più avanti, per l’intero comparto. Il decreto, riportato dai media russi, indica a partire da oggi il divieto dell’utilizzo di software in infrastrutture come i sistemi di informazione e le reti di telecomunicazione in aree come la sanità, l’industria manifatturiera, le comunicazioni, i trasporti, l’energia, il settore finanziario e le amministrazioni locali.
Ong e Nato nel mirino degli hacker russi
Alcune strutture che lavorano per la Nato, militari e Ong sono finiti nel mirino di hacker russi: lo rivela un rapporto del Thread Analysis Group di Google (Tag), la divisione che si occupa di minacce informatiche. I tentativi di attacco si sono intensificati nelle ultime settimane e sono opera del gruppo Coldriver-Calisto, già noto dal 2019 perché interessato ad acquisire informazioni sulla politica estera e di sicurezza di tutta Europa.
Un ‘bug’ di Facebook ha aumentato (e non diminuito) la circolazione di fake news
Un team di ingegneri di Facebook ha identificato un errore nell’algoritmo del social che ha di fatto aumentato la visualizzazione dei contenuti segnalati dai fact checker come disinformazione. Il problema è stato identificato a ottobre, quando sulla piattaforma si è notato un aumento massivo di disinformazione. Invece che limitare la circolazione di contenuti contrassegnati come falsa informazione, il ‘bug’ di sistema ne ha aumentato la circolazione fino al +30%. Tra ottobre e marzo, secondo il report interno, Facebook ha fallito anche nel limitare le visualizzazioni di post contenenti nudità e violenza o derivanti dai media statali russi.
