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Notizie in pillole sul digitale

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Russia fuori da internet per l’11 marzo

7 Marzo 2022

Mosca mette al bando i social e inasprisce le pene per chi racconta una versione diversa dal Cremlino

Il giro di vite contro l’opposizione politica e contro la libera stampa in Russia non è notizia di questi giorni: ma la legge approvata ieri dalla Duma azzera ogni possibilità di informare la popolazione su quanto sta avvenendo in Ucraina. russi le immagini dei quartieri residenziali rasi al suolo a Kharkiv, il dramma dei profughi, il terrore dei bambini, i corpi smembrati dei soldati russi ai piedi di carri armati bruciati. Non vedranno, non sapranno. “È venuta l’ora di stringersi attorno a Putin”, ha detto ieri il portavoce del presidente, Dmitrij Peskov. Chi non lo farà, chi diffonderà notizie false sulla guerra che non c’è, ora rischia fino a 15 anni di carcere. La legge approvata contiene emendamenti al Codice penale: tra questi, sono anche previste multe per chi invoca sanzioni contro la madrepatria, e via via pene sempre più severe per chi getta il discredito sulle forze armate o chiama le persone a manifestare. Nel mirino della censura ci sono anche siti stranieri, come BBC e Deutsche Welle, bloccati per aver diffuso “false informazioni” sulla guerra. Per tutta risposta la Bbc ritira i suoi giornalisti dalla Russia e riapre le trasmissioni ad onde corte, come ai tempi di Radio Londra, evocando un sistema che ha già scritto la storia degli eventi bellici del ‘900. Mentre la radio Eco Mosca resiste e continuerà a trasmettere su YouTube.

Zelenskyj e Twitter

Tutto viene documentato nel racconto di una guerra che sui social prende sempre di più le sembianze di un reality continuo, senza sosta. Uno storytelling incessante, minuzioso, che si alimenta di un’attività social sempre più martellante da parte del presidente ucraino, vessillifero di un nuovo modo di combattere (anche) per difendersi dall’invasione decisa dal presidente russo Vladimir Putin. Zelenskyj ha preso in mano lo smartphone per smentire la sua fuga e la voce alimentata dalla propaganda russa. Poi, dismessa giacca e cravatta, la mimetica è diventata la divisa ufficiale. E i video postati su Telegram e tweet si sono moltiplicati. In alcuni casi anche con esiti inimmaginabili. Si veda, ad esempio, l’incidente diplomatico, rientrato nel giro di 24 ore, con il premier Draghi. “La prossima volta cercherò di spostare il programma della guerra per parlare con Mario Draghi a un orario preciso”. E ancora il tweet per Elon Musk: “Mentre cerchi di colonizzare Marte, la Russia cerca di occupare l’Ucraina! Vi chiediamo di fornire all’Ucraina stazioni Starlink”. La risposta non è tardata: “Il servizio Starlink è ora attivo in Ucraina. Altri terminal sono in arrivo”.

Twitter: perché Trump è stato censurato e Putin no?

Donald Trump c’è voluto relativamente poco perché gli censurassero l’account su Twitter e poi glielo bloccassero definitivamente, a Vladimir Putin non è bastata un’invasione, qualche migliaio di morti, bombardamenti, distruzioni e minacce varie tra le quali l’uso della bomba atomica. Il suo account Twitter incredibilmente è ancora lì nel momento in cui scriviamo questo articolo, attivo, con i suoi 1,5 milioni di followers, l’ultimo post risale a un giorno fa o poco più. a il social americano potrebbe rispondere che in fondo Putin non ha violato le regole della piattaforma, mentre Trump a suo tempo le avrebbe infrante ripetutamente, almeno 65 volte con altrettanti messaggi ai quali è seguita debita censura e infine, dopo l’assalto al Campidoglio e uno degli ultimi messaggi in cui in realtà invitava i rivoltosi ad andare a casa, la definitiva cancellazione. I tweet postati da Putin, o da chi per lui, sul suo account ufficiale sono generici, semplici messaggi sulle sue attività giornaliere, incontri, videochiamate, comunicati ripetitivi da ufficio stampa senza velleità. La pantomima continua anche durante la guerra, sembra perfino non stia succedendo niente. L’invasione viene definita una volta semplicemente “situation around Ukraine”, un’altra “operation to protect Donbass”, a seconda della telefonata o dell’incontro annunciato

TikTok e le fake news

La scorsa settimana un uomo con il nickname Ukraine solider ha pubblicato una live video su TikTok girato da una finestra che mostra i condomini in fiamme, sole e sirene in sottofondo. In inglese, ha ringraziato decine di migliaia di follower per l’invio di regali virtuali che possono essere convertiti in denaro. Ma in realtà, era nuvoloso e nevicava a Kiev quel giorno e i suoni, secondo quanto riferito, non corrispondeva alle sirene sentite in città. Dopo la segnalazione del Financial Times a TikTok, l’app video cinese ha rimosso l’utente, ma non prima che il video raggiungesse oltre 20.000 visualizzazioni e più di 3.600 regali inviati. Il conflitto si è anche esacerbato, a causa delle carenze nella moderazione e nei controlli di TikTok, che hanno consentito una proliferazione di account falsi che pubblicano contenuti per attirare follower e denaro, secondo gli esperti. “Inizialmente c’era un buco di informazioni, particolarmente vulnerabile a essere riempito da filmati imprecisi”, ha affermato Abbie Richards, Ricercatore di disinformazione su TikTok. Nella maggior parte dei casi, si trattava di utenti che pubblicavano inavvertitamente contenuti fuorvianti o imprecisi, ha detto Richards, ma in altri casi, le “persone pubblicavano contenuti fuorvianti per i mi piace, follower e visualizzazioni. Poi ci sono le persone che vogliono truffare, in particolare con i live streaming in cui le donazioni sono davvero facili”.

Under16: boom di denunce per revenge porn

Sono giovanissime, adolescenti, coraggiose. Per raccontare il male che stavano subendo e vivendo hanno contattato Telefono Rosa, nel totale anonimato garantito alle vittime, attraverso le piattaforme più vicine alla loro età: social network e WhatsApp in testa (con il sito internet sono state più di 5 mila interazioni in 12 mesi). Il dato svela un tabù che si disintegra anno dopo anno: 30 ragazze, con meno di 16 anni, hanno chiesto aiuto al centro antiviolenza e di orientamento per i diritti delle donne. Sei sono state vittima di violenza sessuale, due delle quali di gruppo. Sette hanno subito maltrattamenti dagli ex fidanzatini. Minacce, percosse Ancora numeri: altre quattro ragazze hanno confessato maltrattamenti in famiglia, tre sono i casi di cosiddette “violenze assistite” cioè perpetrate ai danni della mamma dal papà (o dal compagno) in presenze di minorenni, in altri quattro casi il fidanzatino, una volta lasciato, ha condiviso foto di momenti di intimità scattati di comune accordo sulla base di un atto di fiducia. Si chiama “revenge porn“, un delitto che cresce nelle statistiche anche degli adulti: 42 sono i casi affrontati dal pool fasce deboli della procura di Torino, da gennaio 2021 a febbraio 2022.

Russia via da internet per l’11 marzo

La Russia starebbe iniziando i preparativi per disconnettersi dall’Internet globale. È la notizia rilanciata dal profilo di Nexta tv su Twitter e anche da un profilo legato ad Anonymous, sempre su Twitter, che si chiama @LatestAnonPress. L’operazione avverrebbe entro l’11 marzo. L’account di Nexta tv pubblica due pagine di documenti in russo e spiega che tutti i server e i domini devono essere trasferiti nella zona russa, inoltre si stanno raccogliendo dati dettagliati sull’infrastruttura di rete dei siti.

Mosca cerca di censurare Wikipedia

La Wikimedia Foundation, che gestisce Wikipedia, ha rilasciato una dichiarazione per respingere la minaccia di Mosca di censurare, per gli utenti del paese, la pagina “Invasione russa dell’Ucraina (2022)”. Questa, secondo il regolatore della tecnologia e delle comunicazioni Roskomnadzor, contiene informazioni errate sui soldati russi morti e sulla violenza militare contro i civili. “Il 1° marzo 2022 la Wikimedia Foundation ha ricevuto una richiesta del governo russo di rimuovere i contenuti relativi all’invasione dell’Ucraina pubblicati da collaboratori volontari sulla versione russa di Wikipedia” si legge in una dichiarazione inviata al sito The Verge. “Come sempre, Wikipedia è un’importante fonte di informazioni affidabili e fattuali, specialmente in periodi di crisi. In riconoscimento di questo importante ruolo, non ci tireremo indietro di fronte agli sforzi per censurare e intimidire i membri del nostro movimento. Sosteniamo la missione di fornire conoscenza gratuita a tutto il mondo”.