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Rassegna Stampa

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Prima Comunicazione

Benefico ‘Ceo Activism’: la classifica annuale Top Manager Reputation

18 Febbraio 2022

La classifica del 2021 sulla reputazione online dei vertici delle più importanti aziende in Italia realizzata da Reputation Science, in edicola con Prima Comunicazione.

L’Osservatorio permanente del 2021 sulla reputazione online dei vertici delle più importanti aziende in Italia, realizzato da Reputation Science, è interessante perché dimostra come la presenza sulla Rete serva a dare una lettura del successo e dei risultati rispetto all’opinione pubblica dei capi dei maggiori gruppi industriali, finanziari, infrastrutture. È un termometro del potere nell’economia italiana che rivela anche come si inizino a sentire gli effetti dell’influenza delle poliche legate all’attenzione per l’ambiente, ai problemi sociali e di governo (quelle sintetizzate nell’acronino Esg, acronimo di Environmental, social, governance) sulla reputazione dei manager.

“I manager che crescono di più nella considerazione dei frequentatori dei social media sono quelli in grado di andare oltre il loro ruolo aziendale, cercando di avere un impatto positivo sull’intera società”, dice Andrea Barchiesi, ceo di Reputation Science che monitorizza continuamente più di cento personaggi dell’economia nostrana. “E i numeri del 2021 lo dimostrano: chi ha abbracciato i temi Esg – nella visione che tiene insieme tutela dell’ambiente, impegno sociale e governance d’impresa – si è meglio posizionato, riuscendo nei dodici mesi a scalare la classifica dei top manager con la migliore reputazione online”.

“Le oscillazioni della classifica annuale Top Manager Reputation riflettono il cambiamento in atto già da tempo, che nel 2021 ha trovato la sua piena realizzazione. La logica del mero profitto lascia spazio a una visione più ampia, trasformandosi in quello che già da tempo oltreoceano viene definito ‘ceo activism’”, sottolinea Barchiesi. “Non si tratta di protagonismo fine a se stesso. Cambiano i codici della comunicazione manageriale: la parola chiave è partecipazione”.

Insomma entra in gioco il purpose, lo scopo. L’attività economica assume una nuova missione rispetto alla società, e il capo azienda è chiamato a stabilire una relazione con la società. Oggi i leader non rappresentano più solo se stessi e le performance finanziarie realizzate, ma hanno un compito più ampio che si riflette e incide sulla reputazione dell’azienda, in un rapporto sempre più interconnesso. “L’alta dirigenza è il primo avamposto della reputazione dell’azienda e la reputazione del brand trae sostanza da quella del top management. Si alimentano a vicenda e possono trarre vantaggio dai rispettivi punti di forza”, insiste Barchiesi. “Ecco perché non è più possibile pensare di guidare un’azienda nell’anonimato. È richiesto uno sforzo in più. Ai manager viene affidato il compito di garantire risultati e impegno sociale, comunicando in modo efficace, anche sui social, che con la tipica disintermediazione che li caratterizza, sono uno degli strumenti fondamentali per questa nuova narrazione”.

L’approfondimento su Prima Comunicazione (leggi):

Articolo disponibile QUI.