Contare solo i follower è una metrica primitiva. Per avere testimonial credibili le aziende devono misurarne qualità e valori.
Gli influencer sono un fenomeno relativamente nuovo ed in quanto tale c’è ancora molta confusione su come misurarne il valore. Nell’euforia generale non si va tanto per il sottile e si fa di tutta l’erba un fascio: l’importante è prendersi un influencer che abbia molto seguito, non importa se poi lo ha perché mostra addominali o glutei scolpiti, prodezze sportive o legge libri. Leggere libri l’ho messo solo per illuderci un po’. I tanti follower tuttavia non fanno l’influencer, né tantomeno bastano per vendere un prodotto. Le prime a cascarci sono le aziende, che spesso scelgono di farsi rappresentare da un testimonial social in base al numero di seguaci che questo può vantare, fermandosi quindi ad un qualcosa che non dice nulla dei valori o della tipologia di interazione che il soggetto porta.
La rubrica di Andrea Barchiesi per Prima Comunicazione di ottobre:
