“Per chi vuole posizionarsi nel mondo del lavoro la reputazione è tutto. Il silenzio significa irrilevanza”. Non usa mezzi termini Andrea Barchiesi, fondatore e amministratore di Reputation Manager, azienda che si occupa di analizzare, gestire e rafforzare la reputazione di manager e imprese.
Barchiesi sprona i manager e i professionisti in generale a “imparare ad agire come un brand, fare una propria comunicazione rispondente ad interessi professionali specifici. Attenzione a non cadere nella trappola del pensare che alcuni canali siano privati ed altri professionali. È un’ingenuità. Tutto è visibile e quindi tutto è professionale e come tale anche nel privato va mantenuta una coerenza e una forma adeguata. Sempre. Inoltre, ci sono tre regole per creare una buona reputazione: continuità, continuità e continuità. Insomma, la palestra del primo gennaio non serve a nulla”.
Una continuità in cui passato, presente e futuro si mescolano. Una prospettiva di cui, chi si vuole riposizionare nel mondo del lavoro, deve tenere conto perché “il rapporto tra reputazione digitale e recruiting è totale. Attenti alla trappola del pensare che alcuni canali siano privati – mette in guardia Barchiesi -. Esattamente là andranno a guardare per scoprire il lato autentico dei professionisti.
Il curriculum è sulla via del tramonto per tante ragioni, non ultima il fatto che consente di ‘mentire’ in modo mirato in base a chi viene mandato. La visione pubblica è sotto gli occhi di tutti e non si può inventare nulla: costruite il vostro brand in modo coerente e autentico”.
Tra i consigli che Barchiesi ritiene indispensabili per chi vuole costruire una reputazione forte e affidabile, ce ne sono tre da cui partire: “Primo la reputazione è una forma di percezione ed è più importante della realtà, poiché è sulla percezione che facciamo le nostre scelte. Secondo, la reputazione ha una ‘massa’ e questa come in fisica è in grado di attrarre. Una sorta di gravitazione reputazionale: in pratica una buona reputazione attrae verso di noi. Una cattiva reputazione è invece una massa negativa, e respinge. Più la massa è grande più esercita attrazione o repulsione.
Terzo, il ‘purché se ne parli’ che genera reputazione è una sciocchezza colossale. Come nella campagna di Armando Testa ‘Open to meraviglia’ la cui giustificazione è stata ‘abbiamo creato un dibattito’. Non hai creato un dibattito, ti hanno insultato in modo corale ed è molto diverso”.
Le parole del nostro CEO, Andrea Barchiesi, su La Sicilia:
