Microsoft: “Hacker russi di nuovo in azione”. La Russia torna all’assalto degli Stati Uniti con la pirateria informatica, prendendo di mira almeno 140 grandi società tecnologiche. La denuncia è scattata dagli esperti di cybersicurezza di Microsoft, che hanno portato alla luce una nuova crociata iniziata lo scorso maggio da parte dei medesimi protagonisti dell’attacco l’anno scorso a SolarWinds e a decine di colossi aziendali e centri nevralgici del governo americano. I ricercatori hanno trovato che l’aggressione ha avuto successo in forse 14 casi, ricorrendo spesso a tecniche poco sofisticate quali “phishing”, furto d’identità e semplici tentativi di indovinare le password. Un segno di quanto rimanga oggi potenzialmente elevata la vulnerabilità della rete tecnologica americana. Microsoft ha scoperto ben 22.868 assalti contro 609 aziende tra inizio luglio e il 19 ottobre da parte del medesimo gruppo di pirati associato all’operazione SolarWinds e noto come Nobelium.
Su Facebook piomba la grana delle influenze politiche. Secondo documenti interni, trapelati al Congresso nell’ambito della più vasta inchiesta iniziata con l’audizione della ‘talpa’ Frances Haugen, i vertici del colosso social guidato da Mark Zuckerberg avrebbero permesso a politici e vip di postare qualunque contenuto volessero all’interno delle piattaforme. E questo nonostante ai dipendenti venisse raccomandato di attenersi alla più inappuntabile neutralità. Le pressioni per non cancellare post controversi, ha riportato il Financial Times, sarebbero arrivate soprattutto da figure di estrema destra, che avrebbero usato i social in palese violazione delle regole pensate per evitare disinformazione e contenuti dannosi. Dai documenti emerge al contempo come i dipendenti abbiano provato a frenare il fenomeno.
Attacco hacker alla Cgil, indagini all’estero. Sabato 9 ottobre la Cgil ha subito un doppio assalto, materiale e virtuale che ha dato il via ad altrettante inchieste della Procura. Oltre ai fascisti di Forza Nuova che, entrando da una finestra, hanno distrutto arredi e materiale degli uffici di Corso d’Italia, ci sono stati i pirati del web che, con un’incursione altrettanto rovinosa, hanno danneggiato i server del sindacato, mandando in tilt le comunicazioni. Da quanto emerge il 9 sera c’è stato un tentativo di accedere al server sindacale da più parti, un’azione che ha prodotto picchi di 130mila tentativi di connessione contemporanei da vari paesi stranieri, fra i quali Germania e Cina.
‘Facebook Papers’, ignorati allarmi e segnalazioni. I principali media americani – 17 in tutto – pubblicano i cosiddetti ‘Facebook Paper’ che svelano i segreti del social di Mark Zuckerberg. I nuovi documenti, più di 10.000 pagine, offrono uno spaccato di quanto accade all’interno della società e il suo processo decisionale. Le rilevazioni includono gli allarmi ignorati dei dipendenti sui discorsi di odio e la disinformazione, oltre alle loro richieste di impedire ai politici americani e alle celebrità di postare sul social tutto quello che volevano a dispetto del rispetto delle politiche. I documenti rivelano inoltre l’appello dei dipendenti a fermare i post che incitavano alla violenza in paesi a rischio come l’Etiopia, ma anche le segnalazioni già nel 2018 del traffico di esseri umani. I documenti rivelano come i servizi di Facebook siano stati usati per diffondere l’odio religioso in India: le ricerche condotte all’interno del social hanno messo infatti in evidenza come il materiale anti-Islam sulla piattaforma è diffuso e come i contenuti che incitavano all’odio e alla violenza si erano particolarmente diffusi nel febbraio del 2020, in coincidenza con le tensioni scoppiate a Nuova Delhi durante le quali sono morte 53 persone.
Adobe bloccherà lo stipendio dei lavoratori non vaccinati. I dipendenti statunitensi di Adobe, che entro l’8 dicembre non avranno ricevuto la loro dose di vaccino, saranno lasciati a casa, senza stipendio. Lo rivela un’email della Chief People Office di Adobe, Gloria Chen, trapelata e resa nota dalla CNBC. Secondo la comunicazione, oltre il 93% dei dipendenti di Adobe con sede negli Stati Uniti ha già ricevuto almeno la prima dose del vaccino anti Covid-19. Ciò vuol dire che la politica aziendale avrà un impatto su una piccola percentuale della forza lavoro del gigante del software. L’e-mail prosegue affermando che Adobe richiede l’immunizzazione a seguito dell’ordine esecutivo dell’amministrazione Biden, secondo cui ogni partner e appaltatore del governo deve assicurare che i dipendenti abbiano almeno iniziato il ciclo vaccinale previsto. Ad ogni modo, la compagnia prenderà in considerazione le esenzioni mediche e religiose.