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Notizie in pillole sul digitale

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I Rohingya chiedono 150 miliardi di dollari a Meta-­Facebook

9 Dicembre 2021

Alibaba, via al riassetto. Alibaba si ristruttura: cambia lo storico direttore finanziario e rimescola l’eCommerce, separando la parte internazionale da quella domestica.

Dilaga l’effetto hacker nella sanità. L’attacco di pirateria informatica che ha messo ko la rete dell’Usl 6 Euganea sta producendo ogni giorno nuovi disagi. Ad alzare la voce sono i medici di medicina generale che in assenza dei servizi online hanno dovuto ripiegare sulle vecchie ricette “rosse” cartacee, costringendo così i pazienti a recarsi in ambulatorio non potendo sfruttare i vantaggi della prescrizione dematerializzata in farmacia. E un altro fronte di sofferenza è quello delle case di riposo: già isolate nei contatti “umani” a causa della recrudescenza dei contagi da Covid, con il perdurare del blocco informatico rischiano di ritrovarsi chiuse in una bolla senza entrata e senza uscita.

I Rohingya chiedono 150 miliardi di dollari a Meta-­Facebook. Decine di rifugiati Rohingya hanno citato in giudizio Meta -­ il gruppo che controlla le piattaforme social di Facebook e Instagram, oltre che i servizi di messaggistica istantanea di WhatsApp e Messenger -­ sostenendo che l’azienda abbia perpetuato il genocidio contro il gruppo etnico musulmano in Myanmar, contribuendo a diffondere l’odio contro di loro. Intentata in California, l’azione legale chiede un risarcimento monstre da 150 miliardi di dollari e sostiene che il lancio di Facebook in Myanmar un decennio fa abbia “contribuito materialmente allo sviluppo e alla diffusione d’incitamento a odio e disinformazione e abbia fomentato violenza contro i Rohingya, causando e portando al genocidio nei loro confronti”.

Le parole cercate dagli italiani su Google nel corso del 2021: Eriksen, Donnarumma e Draghi superano anche i quesiti sul Covid. Secondo la tradizionale classifica di Google relativa ai termini che cercati maggiormente nel 2021 tra i primi dieci più gettonati sette sono relativi a personaggi o eventi sportivi: di calcio soprattutto, con la serie A in testa. Seguono gli Europei che ci hanno visto trionfare in estate (secondo posto), la Champions League (quinto) e la tragedia a lieto fine di Christian Eriksen (settimo), che si è accasciato a terra per un arresto cardiaco durante il match degli Europei fra Danimarca e Finlandia e che negli ultimi giorni è tornato ad allenarsi. C’è anche tanto tennis, con i tornei del Roland Garros (sesto) e di Wimbledon (ottavo). Il Covid si insinua in terza posizione con Classroom, uno dei programmi usati per la didattica a distanza, e al nono posto, con il green pass, il certificato di negatività oppure di avvenuta vaccinazione o guarigione che da lunedì scorso è ancor più imprescindibile nel nostro quotidiano. L’outsider, invece, è l’indimenticata e indimenticabile Raffaella Carrà (quarta), scomparsa lo scorso 5 luglio.

Weibo sbarca a Hong Kong: giù del 7,18%. Debutto negativo per Weibo alla Borsa di Hong Kong: il “Twitter cinese” ha chiuso la seduta in calo del 7,18%, a 253,20 dollari di Hong Kong per i timori degli investitori sui settori Internet e tech cinesi dopo la stretta regolamentare varata da un anno da Pechino. La società ha raccolto 385 milioni di dollari dalla quotazione nell’hub asiatico, con un prezzo di collocamento a quota 272,80.

Licenziamenti su Zoom, si scusa il ceo di Better.com. Vishal Garg, ceo del sito di mutui online Better.com, si è ufficialmente scusato per il licenziamento di 900 dipendenti comunicato attraverso una riunione su Zoom. In un messaggio pubblicato sul sito web dell’azienda, Garg ha detto di essere dispiaciuto per il modo in cui ha gestito i licenziamenti. Better.com è una start up stimata circa 7 miliardi di dollari.

Il New York Times svela Algo101: l’algoritmo che crea l’ossessione Tik Tok. Nei giorni scorsi il New York Times è entrato in possesso di un documento interno di Tik Tok, il social network cinese, dal titolo “Tik Tok Algo101” redatto da un team di ingegneri a Pechino e destinato ai dipendenti “non tecnici” per spiegar loro come funziona l’algoritmo che cerca di tenere incollati gli adolescenti alla app. L’obiettivo dichiarato dell’azienda è aggiungere ogni giorno utenti attivi. Per farlo punta su due elementi: la “ritenzione”, ovvero il ritorno dell’utente sul social, e il tempo che vi trascorre. Creare quindi compulsività e dipendenza. Ma TikTok è pure previdente: “Che accade se a un utente piace un video, ma l’app continua a proporgli lo stesso tipo? Si annoierebbe rapidamente e chiuderebbe l’app” scrivono. Così l’algoritmo tiene conto anche dell’eventuale eccesso di esposizione ripetuta allo stesso autore o allo stesso tag e in caso, ogni tanto, inserisce qualche video diverso.

Signal, la chat usata da Snowden, chiede donazioni agli utenti. Signal, la chat alternativa a Whatsapp usata anche da Edward Snowden e che ha fatto della privacy il suo punto di forza, chiede un aiuto economico agli utenti. Lo fa introducendo una nuova funzione che permette agli iscritti di effettuare donazioni alla piattaforma. La mossa, secondo gli sviluppatori, servirebbe a fare a meno, per il momento, dei fondi derivanti dall’introduzione di pubblicità o dal logiche conseguenti servizi premium a pagamento. “Stiamo costruendo un diverso tipo di tecnologia, in cui i tuoi dati rimangono nelle tue mani, ma questo prevede anche un diverso tipo di organizzazione tecnologica” si legge in un blog post ufficiale. Gli utenti possono donare una quota fissa mensile o contributi una tantum, attraverso le piattaforme Google Pay ed Apple Pay, che si riferiscono ai due sistemi operativi in uso sugli smartphone, Android o iOS. I tre i livelli di donazione, ad oggi attivati solo per il mercato statunitense, prevedono tagli da 5, 10 o 20 dollari. Il rinnovo automatico dell’offerta sarà interrotto se, nell’arco del mese, l’utilizzatore non apre Signal oppure la disinstalla.

Whatsapp, nuove funzioni per i messaggi effimeri. Whatsapp affina la funzione messaggi effimeri, quelli che scompaiono dopo un certo periodo di tempo, come avviene anche su Snapchat e Telegram. Oltre ai 7 giorni già previsti, ora si possono far scomparire tutte le nuove chat, per impostazione predefinita, dopo 24 ore o 90 giorni. “Non tutti i messaggi devono rimanere per sempre”, scrive Mark Zuckerberg sul suo profilo Facebook. La funzione al momento non è valida per le chat di gruppo. Agli utenti che decidono di attivare i messaggi effimeri come impostazione predefinita, verrà mostrato un avviso all’interno delle nuove chat per informare gli interlocutori della scelta. E se si cambia idea, si può disattivare l’impostazione.