English

Chi Siamo

Servizi

Executive Reputation

Consulenza

Strumenti

News

Contatti

English

Notizie in pillole sul digitale

Notizie in pillole sul digitale

La prima violenza sessuale nel metaverso

15 Febbraio 2022

Le banche europee prevengono gli attacchi hacker russi. Secondo Reuters, infatti, la Banca centrale europea (Bce) “ha messo in allarme le altre banche centrali invitandole a prepararsi per un possibile attacco cyber dalla Russia”. Gli hackers, nel crepitare di questa nuova guerra “asimmetrica” diventano, dunque, i nuovi bombardieri. Se dovesse scoppiare una guerra in Ucraina le banche centrali europee potrebbero finire nel mirino dei pirati informatici di Mosca, è il messaggio inviato da Christine Lagarde agli istituti di credito dell’Ue, secondo quanto riferito da insider russi. Di qui, la richiesta di rafforzare le difese contro una futuribile ondata di attacchi. Tecnicamente “l’allerta bancario ha attivato una procedura standardizzata per le banche centrali europee”.

Il Texas contro Zuckerberg. Il procuratore generale del Texas, Ken Paxton, ha deciso di far causa a Meta con l’accusa di aver violato le leggi dello Stato statunitense sulla protezione dei dati personali. Tutta colpa della tecnologia di riconoscimento facciale che Facebook ha utilizzato dal 2010 fino allo scorso anno. Una tecnologia che consentiva al gigante di Menlo Park di utilizzare le foto caricate dagli utenti sul social blu per raccogliere i loro dati biometrici. A novembre del 2021, Facebook ha smesso di usare questa tecnologia, proprio per gli evidenti conflitti sul piano della privacy degli utenti. Il procuratore texano proverà ad ottenere risarcimenti per centinaia di miliardi di dollari. Perché l’accusa ritiene che Facebook, dal 2010 in poi, col riconoscimento facciale abbia commesso “decine di milioni di violazioni” della legge texana.

La prima violenza sessuale nel metaverso. Nel neonato Horizon Worlds ­ la piattaforma creata da Meta (ex Facebook) ­ si è consumato un assalto sessuale di gruppo ai danni di una donna. O meglio della sua avatar, la personificazione digitale. Nina Jane Patel, ricercatrice inglese della società Kabuni specializzata in esperienze virtuali per ragazzi fra gli 8 e i 16 anni, era stata invitata a testare il “nuovo mondo” proprio in virtù del suo mestiere. Peccato che appena entrata è stata aggredita verbalmente, palpeggiata e violentata in gruppo da altri avatar, «tutti con voce maschile» che s’incitavano fra loro e hanno perfino scattato alcune foto. Tutto virtuale s’intende. Ma non per questo meno traumatico.

Twitch cambia le regole username. Twitch, una delle principali piattaforme con cui gli appassionati di videogame trasmettono e guardano in diretta partite di vario genere, introdurrà presto nuove regole per la scelta degli username, i nomi utente con cui si identificano gli iscritti. Come si legge sul blog ufficiale dell’azienda, che nell’agosto del 2014 è stata acquisita da Amazon, dal 1 marzo uno strumento automatizzato controllerà il nome degli iscritti, per vietare riferimenti a sesso e droghe. Sia i nuovi utenti che i già esistenti verranno informati della violazione delle politiche di utilizzo del servizio e invitati a cambiare username. “Vogliamo rendere Twitch un luogo dove tutti si sentano a casa. Sappiamo che frenare i comportamenti volti all’odio e le molestie è fondamentale per rendere la piattaforma un luogo divertente e sicuro dove passare il tempo” si legge nella nota pubblicata sul sito ufficiale. Il motivo di tale cambiamento si deve, secondo Twitch, all’elevata popolarità di cui godono molti “streamer” online, identificati più con il loro username che con il nome reale.

La politica della Sud Corea si sposta sugli avatar. Il team del candidato del People Power Party, il conservatore Yoon Suk-yeol, 61 anni, ha sviluppato un avatar digitale. Usa un linguaggio sviluppato dall’Intelligenza Artificiale con lo scopo di attrarre gli elettori più giovani. Da quando ha debuttato, il 1 gennaio, l’avatar, che si chiama ‘AI Yoon’ (AI sta per intelligenza artificiale), ha attirato milioni di visualizzazioni e decine di migliaia di persone gli hanno posto delle domande. È la prima volta al mondo che un deepfake, cioè un video generato artificialmente, è ufficiale. ll vero candidato Yoon ha registrato più di 3.000 frasi – 20 ore di audio e video – per fornire dati sufficienti ad un’azienda di tecnologia locale a creare l’avatar. Quello che l’avatar dice è scritto dal team del politico. L’approccio ha dato i suoi frutti. Le dichiarazioni di AI Yoon hanno fatto notizia nei media sudcoreani e sette milioni di persone hanno visitato il sito “Wiki Yoon” per fare domande all’avatar.