Il Garante della privacy ha concesso a OpenAI di riattivare ChatGPT in Italia dopo quasi un mese dalla sua sospensione, avvenuta il 30 marzo. Una decisione raggiunta dopo che la società ha recepito le prescrizioni dell’Autorità.

ChatGPT, i motivi della riapertura in Italia

OpenAI ha convito l’Autorità garantendo una maggiore trasparenza e il rispetto dei diritti degli utenti, punti centrali nel provvedimento dell’11 aprile.

Tra le misure, figurano la predisposizione di un’informativa sui dati personali trattati per il training del modello alla base del chatbot e il riconoscimento del diritto di opposizione in capo a chiunque sia interessato dal trattamento (con l’introduzione di un modulo online per l’esercizio di tale diritto).

L’esclusione dei dati dal training e l’età

È stato anche implementato un modulo per gli utenti europei che consente di escludere le conversazioni e la relativa cronologia dal training degli algoritmi.

Inoltre, nella schermata di benvenuto riservata agli utenti italiani registrati, è ora presente un pulsante attraverso il quale questi dovranno dichiarare di essere maggiorenni o ultratredicenni (i quali dovranno anche dichiarare di avere il permesso dei loro genitori o tutori). Una richiesta inclusa anche in fase di registrazione dei nuovi utenti.

Le parole del Garante e i prossimi passi

A seguito dell’adeguamento alle prescrizioni da parte di OpenAI, il Garante della privacy ha annunciato lo sblocco di ChatGPT sul proprio sito ufficiale e ha dichiarato:

“L’Autorità esprime soddisfazione per le misure intraprese e auspica che OpenAI, nelle prossime settimane, ottemperi alle ulteriori richieste impartitele con lo stesso provvedimento dell’11 aprile con particolare riferimento all’implementazione di un sistema di verifica dell’età e alla pianificazione e realizzazione di una campagna di comunicazione finalizzata a informare tutti gli italiani di quanto accaduto e della possibilità di opporsi all’utilizzo dei propri dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi.

L’Autorità riconosce i passi in avanti compiuti per coniugare il progresso tecnologico con il rispetto dei diritti delle persone e auspica che la società prosegua lungo questo percorso di adeguamento alla normativa europea sulla protezione dati.

L’Autorità proseguirà dunque nell’attività istruttoria avviata nei confronti di OpenAI e nel lavoro che porterà avanti la apposita task force costituita in seno al Comitato che riunisce le Autorità per la privacy dell’Unione europea”.

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Paolo Marinoni

Communication Specialist di Reputation Manager S.p.A. Società Benefit.

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