Stranger Things e il marketing
La serie tv, oltre a ottenere un grande successo tra i suoi fedelissimi fan, ha rivoluzionato il modo di fare marketing. Non è raro che un brand si leghi a un prodotto audiovisivo per lanciare una serie limitata, ma le capsule collection (collezioni a edizione limitata composte da pochi elementi collegati tra loro da un tema comune) sono uno strumento particolarmente importante per Stranger Things, che, per la sua quarta stagione, ha attivato addirittura otto partnership diverse.
Due italiani su tre sono preda delle fake news
Un’indagine del Censis ha rivelato come più di otto italiani su dieci (l’83,4%) si siano imbattuti almeno in una notizia falsa sulla pandemia. Due su tre (il 66,1%), inoltre, sono stati raggiunti da una notizia falsa sulla guerra russo-ucraina. Per quanto riguarda i mezzi informativi utilizzati, la quasi la totalità (il 97,3%) ha cercato nell’ultimo anno notizie sulla pandemia su tutte le fonti disponibili, off e online. 32 milioni di italiani, il 64,1% dei maggiorenni, ha quindi costruito un ‘palinsesto informativo’ costituito da media tradizionali e digitali. Il 18,7% si è però affidato solo ai media tradizionali, mentre il 14,5% ha cercato informazioni relative alla pandemia solo sul web. Milioni di persone hanno inoltre utilizzato social media (19 milioni) e messaggistica istantanea (sei milioni) per visionare e condividere le notizie. Ma non solo, il 45,5% ha preferito optare per le fonti informali di cui si fida (come amici e parenti) e, in linea con questa tendenza, si sono fatti strada anche gli influencer: il 38,1% degli intervistati ha infatti dichiarato di seguire le loro opinioni sulla guerra.
Contact center e assistenza clienti: 169 aziende al top
Le aziende italiane utilizzano mezzi come telefono, chat o email per assistere i loro consumatori, ma non sempre lo fanno in maniera ottimale. L’Istituto tedesco Qualità e Finanza (Itqf), con il suo studio “Top Contact Center”, ha voluto indagare proprio sulla qualità di questi servizi. I risultati mostrano che in Italia ci sono 169 aziende con canali di supporto al cliente di alto livello. In prima posizione, il colosso Amazon, seguito da MasterCard, Italo, Samsung (smartphone), Allianz, Electrolux, Samsung (tv e audio), Intesa Sanpaolo, Visa e Unipolsai.
Il mercato premia chi è green
Secondo un’analisi dell’Osservatorio Climate Finance – School of Management Politecnico di Milano, il mercato premia le pratiche aziendali green e penalizza fino al 5,6% del valore le aziende colpevoli di danni ambientali.
Quasi 9 utenti su 10 si connette a internet da mobile
Da quanto emerge dal report “I consumi post-pandemia nel panorama digitale italiano” di Comscore-Sensemakers, con un tempo medio passato online al giorno di due ore e 22 minuti, l’86% degli utenti si connette alla rete da dispositivi mobili. Tra le attività online, l’intrattenimento è al primo posto, con il 22%, e supera anche il tempo passato sui social (18%).
Lenti a contatto smart
La società statunitense Mojo Vision ha dato il via alla sperimentazione di un prototipo (funzionante) delle Mojo Lens, le prime lenti a contatto smart per la realtà aumentata. Il dispositivo integra un piccolissimo processore e diversi sensori di movimento, oltre a un mini-display monocromatico. Date le ridotte dimensioni delle lenti, gli utenti dovranno per ora portare al collo un ulteriore dispositivo, un computer che fa da ponte tra le lenti e lo smartphone. L’autonomia è di sole due ore e, per una migliore connettività, si dovrà indossare anche un cappello con un’antenna integrata.
Con i Ray-Ban di Meta-Essilux, si chatta anche su WhatsApp
Grazie a un nuovo sviluppo della tecnologia che sta alla base degli smart glasses Ray-Ban Stories sviluppati da Meta e da EssilorLuxottica, chi indossa questi occhiali potrà ora conversare con gli amici anche in modalità “senza mani”. L’innovazione riguarda in particolare i messaggi vocali e le chiamate, che potranno essere gestite – una volta collegato il proprio dispositivo – con i soli comandi vocali.
Il Garante solleva dubbi sulla privacy dei minori sui social
Il monito del Garante per la protezione dei dati personali è rivolto a tutti quei siti e quelle app che trattano dati di minori. Online, non sarebbe infatti possibile accertare definitivamente l’età degli utenti e, di conseguenza, garantire che la pubblicità personalizzata venga indirizzata esclusivamente agli iscritti maggiorenni. Secondo quanto sostenuto dall’authority, dunque, ci sarebbe il rischio che i minori vengano etichettati, ma anche ‘mitragliati’ da messaggi persuasivi “capaci di piegare la personalità dell’individuo in crescita”.
Il Google Docs cinese che censura gli utenti
La censura preventiva di Stato in Cina è evidente anche sulla piattaforma Wps. A denunciare la pratica è stata la scrittrice conosciuta come Mitu, che si è vista negare l’accesso alla sua bozza di romanzo per presunti “contenuti illegali”. Una situazione in seguito condivisa anche da altri creatori. I documenti caricati dagli utenti, infatti, sono oggetto di revisione da parte dei gestori del software. Ad ammetterlo con un post è stata la stessa Wps, che ha spiegato di essere obbligata a controllare i contenuti ai sensi delle misure restrittive su Internet e cybersicurezza previste dalle autorità cinesi.
