L’economia digitale e sostenibile, o “eco-digitale”, sta diventando sempre più importante. Secondo uno studio recente condotto da Capgemini in collaborazione con l’istituto Digital Data Design di Harvard, questo settore varrà 33mila miliardi di dollari entro il 2028, pari al 29% del Pil europeo.
Lo studio prevede che l’implementazione di tecnologie digitali permetterà alle aziende di ridurre in modo significativo le emissioni di CO2, compensando l’aumento di emissioni dovuto allo sviluppo tecnologico stesso. Dati, analytics e cloud giocheranno un ruolo fondamentale in questa transizione, così come tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, l’edge computing e la biologia sintetica.
Quasi l’80% delle aziende intervistate ha dichiarato di essere impegnata in questa transizione eco-digitale. L’automazione dei processi rappresenta la priorità principale negli investimenti, insieme alla formazione del personale sulle nuove competenze digitali. Si prevede che circa il 40% dei dipendenti sarà dedicato ad iniziative digitali nei prossimi anni. L’Italia rappresenta attualmente solo l’1,5% del valore dell’economia eco-digitale, ma ha un potenziale di crescita in questo settore.
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