Secondo quanto rivelato da un rapporto semestrale diffuso dalla sua società madre Meta, Facebook ha rimosso circa 45mila contenuti fake o pericolosi e Instagram altri 1.900 dalle bacheche italiane nella prima metà del 2023.
Questi rappresentano circa un terzo del totale europeo (che ammonta a 140mila su Facebook e 6.900 su Instagram). Una fetta rilevante, se si considera che il secondo Paese in classifica è la Germania, con meno della metà dei contenuti disinformativi rispetto a quelli bloccati in Italia.

I dati – diffusi da Meta come dalle altre grandi piattaforme online – dimostrano come il nostro Paese sia particolarmente esposto al fenomeno della disinformazione sul web, che rischia di influenzare negativamente l’opinione pubblica e i processi democratici. Un trend evidenziato anche nel periodo pandemico.
Il contrasto alle fake news
Le piattaforme – e Facebook in primis – stanno cercando di contrastare il problema, in linea con il Codice di condotta europeo sulla disinformazione e mosse dalla spinta Ue. Al fine di arginare questo fenomeno, però, serve anche valorizzare i contenuti giornalistici, che – di norma – godono di una fondatezza comprovata da un processo meticoloso di verifica delle fonti da parte dei professionisti dell’informazione.
La verifica delle fonti permette infatti di garantire un più alto grado di accuratezza delle notizie. E, per quanto l’eventualità di trovare inesattezze non sia del tutto azzerata, il modello giornalistico offre una maggiore probabilità di rispondenza a verità. La difficoltà sta nel differenziare questi contenuti da quelli meno attendibili che circolano online ogni giorno. Un compito arduo che le piattaforme sono ora ‘disposte’ a facilitare.
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