Il Consiglio europeo, nelle conclusioni del 23 ottobre, propone l’introduzione di una “maggiore età digitale”: un limite anagrafico per l’accesso ai social media, con l’obiettivo di tutelare i minori e promuovere un uso responsabile delle tecnologie.
Il dibattito, però, resta aperto sull’efficacia di un approccio “proibizionista”. Mentre Francia e Italia sono già al lavoro su norme che fissano il limite a 15 anni, l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza propone una via intermedia tra divieti e promozione della consapevolezza: regole sì, ma accompagnate da educazione digitale, sostegno alle famiglie e spazi di socialità reale.
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