Linguaggio sempre meno articolato per colpa dei social
Uno studio dell’Università La Sapienza di Roma rivela come le piattaforme social stiano impoverendo il linguaggio.
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Uno studio dell’Università La Sapienza di Roma rivela come le piattaforme social stiano impoverendo il linguaggio.
La Cassazione ha annullato il licenziamento: le offese sui social, se reazione emotiva a un’ingiustizia, non giustificano il licenziamento.
Il social network Bluesky, principale concorrente di X (ex Twitter), ha scalato rapidamente le classifiche delle app più scaricate.
La Commissione ha concluso che X (Twitter) non rappresenta un canale significativo per connettere aziende e utenti finali.
Gli esperti sostengono che un divieto totale potrebbe avere conseguenze negative sulla salute mentale dei giovani.
Lo schema di regolamento, frutto di una consultazione pubblica che ha coinvolto 13 soggetti, è ora al vaglio della Commissione europea.
I nuovi post includono video montati con effetti da influencer, accompagnati da musiche trap e hip-hop, alcune con testi espliciti.
L’età minima per l’accesso alle piattaforme social, non ancora stabilità, sarà presumibilmente tra i 14 e i 16 anni.
Ciò che emerge è che il ruolo sociale degli utenti che adottano per primi questi neologismi è determinante per il loro successo.
Nota per la sua minima supervisione, Telegram ha aggiornato la sua pagina FAQ, introducendo il pulsante “Segnala” per le chat private.
Uno studio rivela che il 99% degli under 14 usa app di messaggistica e l’88% è attivo sui social. Il 10% mostra inoltre segni di dipendenza.
In soli quattro giorni, Bluesky ha registrato oltre 2 milioni di nuovi iscritti, mettendo a dura prova i suoi server.
La decisione va controcorrente rispetto alla tendenza generale dei competitor, che optano per rappresentazioni meno realistiche delle armi.
Trump ha pubblicato sui social immagini false che fanno intendere che Taylor Swift avrebbe mostrato sostegno alla sua candidatura.
TikTok è accusata di aver permesso ai minori di creare profili e di aver raccolto e conservato i loro dati sensibili senza il consenso dei genitori.