Allarme lituano su Xiaomi: “Il software spia i dati personali”. “Xiaomi ha preso molto seriamente le illazioni contenute del rapporto. Benché dissentiamo sulla natura di alcuni risultati, intendiamo avvalerci di un ente terzo indipendente per esaminare i punti sollevati nel rapporto”. Così inizia il comunicato ufficiale del colosso degli smartphone cinese in risposta all’indagine Cybersecurity assessment of 5G enabled mobile devices pubblicato dalla Cybersecurity and Information Authority of Lithuania. C’è un file in particolare, che nei modelli del Mi 10T per l’Europa sarebbe dormiente dunque non attivato, che conterrebbe un elenco di nomi di luoghi, movimenti, gruppi religiosi e politici. “Si ritiene che questa funzionalità consenta a un dispositivo Xiaomi di eseguire un’analisi dei contenuti che entrano nel telefono”, si legge nel rapporto: “Una volta che il dispositivo determina che il contenuto contiene quelle parole chiave, esegue il filtraggio del contenuto stesso e l’utente non può vederlo”.
Sui social, in video e dal vivo: il silenzio elettorale in frantumi. Dalla mezzanotte di venerdì scorso, secondo la legge, sarebbe dovuto scattare il divieto di fare campagna elettorale fino alle 15 di oggi, cioè l’ora di chiusura dei seggi. E invece trasgressioni ovunque, molteplici, non solo sul web. Perché la normativa risale allo scorso millennio e continua a non occuparsi del vasto mondo dei social, da Twitter a Facebook, da anni ormai tra i canali più diffusi della comunicazione politica. In occasione delle elezioni europee del 2019, l’Agcom ha predisposto delle linee guida per le piattaforme digitali, ma non è stato ancora mai regolato in modo chiaro il silenzio elettorale sul web. Che perciò si può rompere tranquillamente.
Anche l’arte si vende online. Come per ogni settore le vendite digitali non solo sono aumentate, ma nel caso del mercato dell’arte sono addirittura raddoppiate rispetto al 2019 con un volume di 12,4 miliardi di dollari passando dal 9% delle vendite complessive al 25% del mercato nel 2020. La domanda che si pongono tutti è se già nel 2021 si supereranno i record del 2019.
Boom mercato app: TikTok regna su iOS, Facebook su Android. Continua la forte ascesa del mercato delle app. Secondo la più recente rilevazione della società di analisti Sensor Tower, nel terzo trimestre del 2021 (da luglio a settembre), i negozi digitali di Apple e Google hanno ottenuto, in totale, 33,6 miliardi di dollari in entrate, pari al +15,1% rispetto al 2020. Le installazioni delle app, considerate come prime installazioni del singolo account, sono invece 35,7 miliardi, un calo dell’1,9% sulla rilevazione precedente. Per quanto riguarda gli incassi, in generale è TikTok a confermarsi regina. L’app è al primo posto dei ricavi su App Store mentre è solo quarta sul Google Play Store. Qui, si conferma in testa, per spesa degli utenti, la piattaforma di cloud Google One. Discorso simile nell’analisi dei download: TikTok è regina considerando i numeri di iOS e Android, così come nella sola considerazione dell’App Store di Apple. Terza invece nel ranking del Play Store, dove Facebook e Instagram occupano le prime due posizioni.
Ora sarà possibile segnalare le truffe all’App Store. Apple ora consentirà di segnalare direttamente un’app truffa dalla sua quotazione nell’App Store con una versione nuova e migliorata del suo pulsante “Segnala un problema”. Come sottolineano Richard Mazkewich e il “cacciatore di truffe” Kosta Eleftheriou su Twitter, il pulsante ora include un’opzione dedicata “Segnala una truffa o una frode” nel menu a discesa. La grande domanda è se Apple agirà effettivamente su tali segnalazioni. >
Trump vuole costringere Twitter a riattivare il suo account. Nel ricorso depositato presso il giudice federale della Florida, l’ex presidente accusa il social media di aver agito per le pressioni politiche dei suoi rivali. Ed afferma che Twitter “esercita un livello di potere e controllo sul dibattito politico in questo Paese che è incommensurabile, storicamente senza precedenti e profondamente pericoloso per un dibattito democratico aperto”.
Privacy e AI, aumentano le persone che chiedono la cancellazione dei loro dati. A dirlo è il Cisco 2021 Consumer Privacy Survey, che ha cercato di analizzare l’attitudine degli individui verso il trattamento dei dati personali da parte delle aziende. Nonostante i regolamenti sulla privacy e le tecnologie che aiutano a impedire accessi non autorizzati, quasi la metà delle persone che hanno risposto al sondaggio (il 46%) pensano di non essere in grado di proteggere efficacemente i loro dati. La ragione principale è l’adozione da parte delle aziende di pratiche poco chiare nella raccolta e utilizzo di queste informazioni: il 76% degli intervistati non riesce a capire come verranno utilizzate dalle imprese. Il report su Italian Tech.